La Furia di Dos Santos

E’ da poco in libreria Furia Divina, l’ultimo romanzo di José Rodrigues Dos Santos, che dall’intercettazione di un messaggio segreto sviluppa la tesi inquietante che Al-Qaeda possieda la bomba atomica.
Un viaggio nell’Islam più crudo e intollerante, rivelato attraverso il percorso religioso di un giovane egiziano, e di un crittografo portoghese arruolato dalla CIA.
MilanoNera ha rivolto all’autore alcune domande.

Perché un romanzo sul terrorismo islamico?
Perché mi sembra che non comprendiamo quello che sta succedendo. Quando vediamo gli integralisti islamici sferrare attacchi violenti pensiamo che siano psicopatici e ci sentiamo ripetere in continuazione che non rappresentano il vero Islam, che è in realtà una religione pacifica e tollerante.
I test psicologici su queste persone ci dicono però che sono perfettamente normali.
Quello che non ci viene detto dell’Islam è che il 60% dei versi del Corano parla di guerra. Per esempio, il Corano dice: “O Profeta, incita i credenti alla lotta”, e ancora: ” Combatteteli finché Allah li castighi per mano vostra, li copra di ignominia, vi dia la vittoria su di loro, guarisca i petti dei credenti” (9:14).
Ci sono molti versetti come questi. Maometto, il Profeta, disse: “ Farò la guerra a chiunque, finché tutti diranno che esiste un soloDio, e che io sono il Suo profeta”.
Questa parte dell’Islam non viene mai raccontata agli occidentali. Furia Divina svela il lato nascosto di questa religione.

Il percorso religioso di Ahmed evidenzia le contraddizioni esistenti nell’interpretazione dei testi
sacri. Quanto influisce sul fondamentalismo l’applicazione letterale delle sure?

Moltissimo. Se si leggono letteralmente il Corano e la vita di Maometto, ci si sente investiti dalla violenza.
Quando sono studiati alla lettera, i testi islamici evidenziano un progetto di dominazione mondiale, che comporta per i non musulmani (i cosiddetti chiamati dhimmi, o cittadini di seconda classe) umiliazioni e, a volte, alla morte.
Questo è il progetto degli integralisti islamici, e noi dobbiamo esserne consapevoli. E’ però importante sottolineare che anche l’Antico Testamento è violento se interpretato letteralmente. In un passo della Bibbia si dice di scagliare le pietre contro gli adulteri, e ciò può senz’altro essere interpretato in modo violento.
La differenza è che gli ebrei e i cristiani non interpretano alla lettera le parti violente del Vecchio Testamento come i Musulmani fanno, ispirati da Maometto, col Corano.

Come si è documentato e quanto è stato difficile recuperare informazioni per la stesura?
Ho letto il Corano gli ahadith, che sono le cronache di vita del Profeta. Ho anche letto i testi degli integralisti, persone come Sayid Qutb e Hasan Al-Banna. Naturalmente tutte queste informazioni sono facilmente reperibili.

Quanto influisce il suo passato da giornalista con la necessità di divulgare verità, anche scomode, al pubblico?
Suppongo che la professione giornalistica abbia avuto un’influenza molto forte sulla mia scrittura. Non voglio semplicemente raccontare una storia, è qualcosa di più. Voglio usare la storia come un veicolo in grado di far comprendere un soggetto, nel caso di Furia Divna il soggetto è il fondamento teologico del fondamentalismo.

In che cosa manca l’informazione? Perché sono gli scrittori ad occuparsi di temi scottanti dell’attualità?
Credo che, a causa dei vincoli della loro professione, i giornalisti tendano ad essere superficiali.
La stampa e la televisione ci forniscono solamente un assaggio di quello che sta succedendo, ma non ce lo spiegano, spesso perché loro stessi non lo comprendono appieno.
Inoltre, nel caso del fondamentalismo islamico, il politically correct ci persuade che sia in atto una visione malata e sbagliata dell’Islam, fornendo in questo modo un forte sostegno teologico alla dottrina.
Furia Divina prende in considerazione l’ipotesi che nessuno in occidente sia pronto, o almeno disposto a porsi questa domanda: cosa succederebbe se l’integralismo islamico fosse il vero Islam?

Bomba atomica. Una minaccia o un pericolo reale?
Entrambi. Sappiamo per certo che Al-Qaeda possiede l’uranio arricchito. Quanto ne possiede, non si sa.
Sappiamo però che servono solo 50 kg per confezionare una bomba atomica. E sappiamo che Al-Qaeda ha intrattenuto rapporti con almeno due tra i più noti scienziati pakistani del Pakistan Nuclear Bomb che lavorano allo sviluppo dei dispositivi nucleari.
E sappiamo che le agenzie occidentali di intelligence dicono che il problema non è se ci sarà un attacco terroristico, ma quando ci sarà.
Per scoprire come e perché, suppongo che dobbiate leggere Furia Divina.

eva massari

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