In tanti anni di frequentazione di libri gialli e noir ancora non mi ero imbattuto in un thriller come questo; è proprio vero che anche la letteratura come ogni altro campo di studio ha sempre in serbo qualcosa che può sorprenderci; una novità, una scintilla di nuovo, di ancora mai visto.
La storia narrata in questo libro ha sorpreso me naturalmente, altri probabilmente avranno già avuto l’onore di leggere Tony Hillermann, essendo questa una ristampa, io l’ho letto invece per la prima volta in questi giorni e mi sono ritrovato a sorprendermi e cercar di capire un racconto che è stato pubblicato la prima volta nell’anno in cui nascevo.
I fatti narrati si svolgono nel New Mexico, territori aridi e spigolosi, popolati da tante tribù di nativi.
Joe Leaphorn è un investigatore della polizia tribale, è un navajo, ed è un personaggio che dalla penna di Hillermann si presenta ai miei occhi in una veste quasi leggiadra, la sua filosofia di vita ed i suoi modi mi hanno spesso fatto ritornare indietro nelle pagine per rileggere i suoi passi.
In prossimità di un’importante festività Zuni, due ragazzini, Ernesto Cata di etnia zuni e George Bowlegs navajo, scompaiono senza lasciare traccia; il mistero che ne consegue sarà lavoro per Joe Leaphorn che troverà però sul campo di lavoro federali del Bureau, antropologi, archeologi, hippy e ubriaconi.
Il racconto di Hillermann mescola vicende e tratti puramente noir e polizieschi con una sorta di spiritualità magica; spesso nel libro vengono svelate visioni o superstizioni che catturano il lettore ma a volte lo sviano dai fatti nudi e crudi.
Le indagini di Joe Leaphorn andranno avanti sempre in uno stato di dormiveglia e non avremo mai spiragli per decifrare i possibili colpevoli o la risultante dei fatti.
Il finale svelerà finalmente l’accaduto ma arrivarci sarà un piccolo trip psichedelico fra cactus, peyote e coyote.
Là dove danzano i morti – Tony Hillermann
Gianmarco Andreuccetti
