La donna senza memoria – Pierre Martin



Pierre Martin
La donna senza memoria
Neri Pozza
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Ci sono libri che si leggono tutto d’un fiato, fino all’ultima pagina, altri che invece non vorresti finissero mai. Libri che gusti capitolo dopo capitolo, rimanendo incollata alle righe, alle descrizione, ai personaggi fino a farteli diventare familiari. Ecco, La donna senza memoria appartiene a questa seconda categoria e madame le commissaire, diventa una presenza amica che segui con piacere, senza annoiarti.

Isabelle Bonnet, ovvero madame le commissaire o, addirittura, madame le comandant, mostra di non sentirsi discriminata da un uso della lingua connotata dal maschile sovra esteso, come si usava prima del dibattito sul gender. «Il che è opinabile» sottolinea l’autore stesso, «ma ben si adatta alla sua personalità.» 

Confinata in un minuscolo paese nell’entroterra provenzale della pulsante Costa Azzurra, Fragolin, di cui il padre era stato sindaco emerito, è in attesa che il tempo guarisca toutes les blessures. La prima ferita è legata alla morte violenta di Thierry Blès, stimato sindaco del paese, cui era stata, in passato, molto vicina, eufemismo per non dire esplicitamente che ne era stata l’amante; le altre ferite …vengono taciute ma si intuiscono. Nonostante ciò, Isabelle non rinuncia ai piaceri della vita, in tutti i sensi, godendo della buona tavola, del buon vino e dividendosi, senza sensi di colpa, tra due uomini, belli ed enigmatici. 

Un passaggio ci fa scorgere un tratto interessante della sua  personalità anticonformista. Invitata a cena da Nicolas, attraente pittore sinestetico, che riesce a vedere i suoni e riprodurli sulla tela, «Isabelle non ha idea di cosa portargli. Una bottiglia di champagne? Odia gli inviti in cui si porta lo champagne. Be’, quello non è un invito nel senso consueto del termine. Fiori? A Fragolin nessuno porta fiori, se non ai funerali (…) Passando dalla cucina a vista, scorge un barattolo di fleur de sel della Camargue.  Certo, deve ammettere che non è un regalo molto speciale, ma lei ama quel sale marino aromatizzato. Quindi, in fondo, un po’ speciale lo è (…)»

Cosa fa Isabelle a Fragolin? Madame le Commissaire si occupa di tutto quello che accade in una zona tanto bella quanto marginale. Affiancata da Apollinaire, il suo fedele assistente, segue quello che succede, cioè: poco o niente. Jacobert Apollinaire Eustache è sousbrigadier nella Police nationale: un titolo altisonante…in realtà meno di un lieutenant, ma l’unica cosa che gli importa è essere il collaboratore più stretto di Madame le commissaire. Molti sono i tic del nostro Apollinaire, ma la sua fedeltà a Isabelle, e l’innocenza che traspare da ogni sua azione, unita a una grande capacità di smanettare PC, viaggiare nel web, hackerare i programmi, superare firewall, ricercare, fiutare… ce lo rendono simpatico. È un uomo che tiene molto alla disciplina, anche quando non c’è nulla da fare. La sua unica stravaganza? Indossare calze di colori diversi sotto l’uniforme.

Qualcosa viene però a scuotere la sonnolenza di Fragolin: Apollinaire rischia di investire con la sua auto una ragazza che, una volta rassicurata, mostra di non ricordare nulla di sé, del suo passato …nemmeno il nome. Assistita da Isabelle e da Clodine, amica di lunga data, la ragazza da loro chiamata Monique, soffre di amnesia temporanea, causata forse da un colpo alla testa, come sembrerebbe indicare la fasciatura sulla fronte.

Benché accudita, Monique riesce a fuggire ma il fiuto di Isabelle e di Apollinaire non si lascia ingannare e, di traccia in traccia, di investigazione in investigazione, il cerchio si allarga, fino ad arrivare a intrecci con affaires molto più vasti e importanti. Isabelle segue ogni pista, studia e legge gli indizi, si affida al suo intuito e all’importante amicizia con Maurice Balancourt, eminenza grigia della Police Nationale di Parigi, nonché suo amico. È questo che rende furioso Richeloin, responsabile dell’intero dipartimento del Var cui, teoricamente, Isabelle sarebbe subordinata in termini disciplinari. «Lui (Richeloin) non ha potere su di lei, che riceve gli ordini da Parigi, nientemeno che da Maurice Balancourt in persona, cioè dalle alte sfere. Questo lo fa letteralmente impazzire…e come se non bastasse, lei è una donna. Nel suo mondo decisamente machista le donne portano il caffè o al massimo svolgono indagini poco importanti.»

A cerchi concentrici l’indagine si espande, portandoci a scoprire responsabili, moventi, mandanti di eventi grandi e importanti ma anche dei piccoli incidenti locali: la curiosità del lettore viene appagata e nessun indizio rimane in sospeso. Pierre Martin trascina Isabelle, e noi, in un caleidoscopico viaggio, quasi sinestetico, attraverso i colori, gli odori, i profumi e i gusti della Provenza, Costa Azzurra, Camargue, Parigi …sulle strade per Hyères, Cogolin, Croix-Valmer, le Bouche-du-Rhône, Arles, Vaucluse, Lourmarin …tra paesaggi mozzafiato e scenari indimenticabili.

Tra un inseguimento e l’altro, una ricerca e un’indagine, Isabelle trova il tempo per incontrarsi con i suoi due uomini, in momenti ovviamente diversi, e per apprezzare sempre di più la pace e la libertà di cui gode a Fragolin. 

Nonostante Balancourt la solleciti, Madame le comandant non è pronta per tornare a… ma basta così: non togliamo ai nostri lettori il piacere della scoperta.

Michela Vittorio

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