La donna nella pioggia



Marina Visentin
La donna nella pioggia
Piemme
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“La donna nella pioggia” di Marina Visentin, è un romanzo che spariglia le carte in tavola più volte, mantenendo però la  suspense  necessaria a definirlo un thriller. In effetti la protagonista e voce narrante, Stella, ci racconta di una serie di piccoli incidenti e traumi che fanno pensare a un giallo psicologico. Lei, illustratrice di libri per bambini, è una donna apparentemente realizzata, con due bambine, un marito che la ama e una bellissima casa nel centro di Milano.
Gli incidenti apparentemente banali sembrano il campanello d’allarme di una crisi interiore, di una frustrazione irrisolta o di traumi del passato che non vogliono riemergere dall’inconscio. Stella comincia a sentirsi estranea alla sua vita quotidiana, perde contatto con la realtà, non è più in grado di svolgere il suo lavoro e seguire le bambine. Non bastano né l’aiuto psicologico di farmaci né la presenza in casa di Nina, una cameriera ucraina anche troppo efficiente, a farla stare meglio.
La pioggia incessante su Milano sembra far presagire un esaurimento nervoso al limite del borderline. Improvvisamente l’autrice vira e ci stupisce: Stella non è poi così visionaria, e la sua vita non è così perfetta come sembrava: il marito la tradisce da anni e proprio con la sua migliore amica, la scrittrice per la quale crea i suoi disegni.
In verità assistiamo solo all’apertura del vaso di Pandora, perché Stella comincia  a dubitare anche del suo padre adottivo, del passato che le è stato raccontato, della verità sulla morte di sua madre.E’ proprio qui che inizia, a parer mio, la parte più interessante e meglio riuscita di La donna nella pioggia: Marina Visentin accompagna Stella a ritroso nella sua vita di bambina, facendole incontrare persone che appartengono a un passato famigliare che non ha avuto modo di conoscere. Per scoprire la verità sulla morte della madre, la protagonista deve anche indagare sul suo vero padre, che forse non è morto, contrariamente a quanto raccontato dal padre adottivo. Le indagini di Stella le fanno affrontare un passato storico che affonda le radici nel terrorismo nero, a volte colluso con le forze dell’ordine.
A un certo punto Stella affida le figlie al quasi ex marito e parte per l’Argentina. Quest’ennesima svolta nel romanzo mi è piaciuta molto, forse perché l’Argentina e la Terra del Fuoco sono due luoghi che desidero visitare da sempre. Marina Visentin è molto brava a descriverci il cambiamento dei paesaggi in contrasto con l’evoluzione della protagonista: da mamma ansiosa e priva di fiducia in se stessa, a donna coraggiosa che non ha più paura né di viaggiare sola né di scoprire la verità sul suo passato.  I colpi di scena non mancano, e fino all’ultimo si rimane con il fiato sospeso: non aggiungo nulla sul finale a Ushuaia, perché il cerchio si chiude in maniera violenta ma perfetta.
La donna nella pioggia  mi ha stupito davvero, per la scrittura attenta ai dettagli psicologici ma capace di mantenere un ritmo e una tensione elevati fino alla fine. E nella figura della protagonista molte donne potranno rintracciare elementi in cui rispecchiarsi.

 

Raffaella Bianchi

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