La tensione, come in tutti i libri di Carrisi, é un ingrediente fondamentale, che anche in questa storia squarcia la quiete dei lettori, insieme al mondo occulto che avvolge i suoi personaggi. Tutto corre su una linea sottile che separa la verità dalla menzogna; la realtà dalla immaginazione e da entità impalpabili artefici del male, e dove il mistero verrà svelato, solo, a chi sarà disposto a credere a qualcosa di poco convenzionale.
Nota originale del romanzo: una scrittrice, Victoria Anthon, ci introduce alla narrazione con una lettera, avvisandoci che, quello che sta per presentarci, sarà il suo ultimo libro e che si tratta di una storia vera tratta dalla cronaca nera. Sin da subito, ci si interroga su questo personaggio, che ci conduce passo passo alla risoluzione del caso, facendoci salire all’apice della tensione, ma rassicurandoci di tanto in tanto con delle anticipazioni tipiche del narratore onnisciente, che viene dosato con parsimonia.
Una protagonista, doppiamente protagonista: con un occhio fuori dalla storia ci racconta le intuizioni e i sentimenti della scrittrice; dentro la storia le ansie di chi è parte di un ingranaggio infernale.
La scrittura di Carrisi: semplice e avvincente, senza fronzoli va dritta al punto; scorre veloce, ma cadenzata. I luoghi descritti con poche pennellate trasudano vuoto e paura; una precisione quasi maniacale della scelta delle parole, che incarnano ansia e claustrofobia sulla carta. Per tutto il tragitto si sente il pericolo che incombe e l’impalpabile che prende forma. Qualcosa di diabolico si insinua tra le righe.
Dalle stesse parole della narratrice: “L’origine delle cose, con cui avevamo a che fare, andava oltre le nostre umane capacità di comprensione”.
Tutto inizia nel silenzio di un casolare rosso nel bel mezzo del nulla, in un paesino, guarda caso, chiamato Nazareth e, una famiglia (Beatrice, Lorenzo e i loro tre figli) trasferita dalla città in cerca di pace, vive in quella quiete, che presto si rivelerà ambigua. Una mattina la donna e i tre bambini vengono trovati sgozzati nel loro letto, il marito, unico superstite è sporco di sangue e non ricorda nulla….
Dieci anni dopo la tragedia, mentre Lorenzo C. è rinchiuso in una struttura psichiatrica, Victoria Anthon vive nell’anonimato, celando il suo vero nome. Tutto il suo mondo si racchiude in due valigie pronte ad essere riempite, ogniqualvolta si senta in pericolo. Unico contatto telefonico: la sua psicanalista.
Una mattina riceve una lettera anonima contenente un ritaglio di giornale: Un articolo sulla strage della Famiglia di Lorenzo e Beatrice C.
Chi ha scovato il suo indirizzo?
Nonostante lo smarrimento iniziale, di chi vive isolata dal mondo, sente una connessione inspiegabile con questa storia e inizia a indagare, partendo dal giornalista e autore dell’articolo: Alfredo F, che vive non troppo lontano dalla località della tragedia, insieme a una figlia adolescente.
Ben presto si renderà conto di essere parte di un ingranaggio infernale.
“Non era possibile fuggire, sarebbe stata risucchiata per compiere il lavoro per cui era stata prescelta.”
“A Nazareth si aggirava una presenza innominabile e segreta.”
Tutti i personaggi custodiscono un segreto…
Anche, il significato del titolo ha una valenza allegorica, svelata a conclusione del caso. E così, pagina dopo pagina si corre sulle righe curiosi e angosciati di voler scoprire la verità.
Come sempre, un libro da non perdere.


