Intervista a Francesco Caringella

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Foto di Mario Marturano

L’Italia è malata di un male silente che aggredisce e mina il suo territorio, i Palazzi, la gente. La malattia ha un nome:corruzione, e le sue cause, i sintomi e gli effetti si riscontrano e agiscono nel vivere quotidiano di un Paese che rischia di rimanerne vittima. La terapia d’attacco è innanzitutto l’indignazione della società civile. L’Italia può farcela e con questo incitamento, sostenuto da proposte, autocritica e tattiche di prevenzione, i due autori Raffaele Cantone e Francesco Caringella lanciano un grido di ottimismo.

Francesco, quando è nata l’idea di scrivere il libro e com’ è stato il lavoro di scrittura a quattro mani?
Ho conosciuto Cantone ,l’anno scorso in occasione di una commissione sugli appalti ed è  scattata subito l’idea  di scrivere un libro sulla corruzione. Un libro diverso, però. Non il solo attacco moralista al potere, ma una riflessione autocritica sulle colpe della società

Perché la corruzione è ancora considerata un male lontano da noi?
Perché non capiamo che corruzione incide sulle nostre vite, privandoci di beni essenziali come salute, lavoro, sicurezza., ambiente, cultura. Non comprendiamo che il bene comune è  anche nostro e che i soldi pubblici sono soldi di tutti.

Da Tangentopoli a Mafia Capitale a Expo, com’è cambiata la corruzione nel nostro paese?
E’ più pericolosa e più invisibile. Spesso si allea con la criminalità, mafiosa e non. Soprattutto il corruttore e il  corrotto non sono più parti diverse ma componenti di un’organizzazione che ha come fine l’arricchimento e il potere. Un’organizzazione che vede come sodali politici, burocrati, imprenditori, facilitatori, mafiosi  e criminali.

Oltre a danneggiarci la corruzione può anche ucciderci?
La  corruzione nella sanità significa meno cure e memo  risorse, quindi più morte. Non è un caso  se al Sud si vive tre anni meno che al nord. Nel libro dedichiamo un capitolo a questo omicidio collettivo, una vera e propria strage di innocenti.

Enti, Palazzi, Istituzioni, perché ha terreno facile ?
Perché  la p.a.  non funziona:  troppe leggi, troppa burocrazia, tempi infiniti. C’è bisogno di una riforma  che ci regali un’amministrazione, per dirla con Bobbio, con  le tre virtù  anticorruzione:  competenza,  efficienza e trasparenza.

Qual è è la terapia d’urto?
Una repressione più efficace e veloce dei reati. Una legislazione che  prevenga la corruzione trasformando davvero  l’amministrazione in una casa di vetro. Soprattutto l’educazione. La  corruzione si combatte, per dirla con  Falcone, tra i banchi di scuola più che nelle aule di tribunale. Si abbatte insegnando ai nostri figli una cultura della legalità e delle regole,  che soppianti quella del favore e della raccomandazione.

MilanoNera ti ha conosciuto come giallista, quando tornerai al giallo?
Ho già scritto un giallo giudiziario. Al momento giusto verrò a parlarne da voi.

Foto Immagine di copertina di  Aldo Fiorenza

Cristina Marra

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