Un crimine singolare e lo strano caso di un prezioso libro perduto costringono la detective Hanne Wilhelmsen – che si trova da tempo in sedia a rotelle e si è imposta di vivere in uno stato di esilio – a ritornare alla vita e a indagare per scoprire cosa si cela dietro a questi misteri: questi gli ingredienti de “Il manoscritto” di Anne Holt edito da Einaudi.
La trama? Primavera 2020, una pandemia ha colpito il mondo. Hanne Wilhelmsen, da tempo in pensione dalla polizia, vive da diversi anni isolata nel suo appartamento a Oslo. Quando però l’agente di polizia Henrik Holme si trova alle prese con un omicidio di cui nessuno sembra preoccuparsi molto e le chiede aiuto per risolvere il caso, lei decide di accettare. Di quale caso si tratta? Una donna viene trovata nuda nel bagagliaio di un’auto con il corpo intatto ma con il viso irriconoscibile. Nessuno ha denunciato la sua scomparsa. Nessuno sa chi sia.
Nel frattempo la giovane editor Ebba Braut deve rintracciare l’inestimabile manoscritto perduto dell’autrice più celebre e venduta del Paese. E anche lei finisce per rivolgersi a Hanne Wilhelmsen, che ha recentemente proposto il suo primo romanzo poliziesco alla sua casa editrice. Cosí, proprio mentre il mondo si ripiega su sé stesso, Hanne torna alla vita, e a quel che sa fare meglio di chiunque altro: indagare. E scoprire i colpevoli.
Anne Holt ne “Il manoscritto” riesce a portare avanti storie parallele con grande maestria e tecnica senza dimenticare di inserire vari colpi di scena. I personaggi del romanzo sono ricchi di sfaccettature e ogni scena sembra tracciata con cura fin nei minimi dettagli. Dialoghi brillanti in un romanzo che segna il ritorno della detective più celebre del noir nordico, Hanne Wilhelmsen, alle prese con l’infido mondo dell’editoria e offrendo un’istantanea della Norvegia nella primavera del 2020, riesce sia a intrattenere che a fare riflettere il lettore.
