Holly Blain è una giornalista inglese che ha deciso, per motivi ignoti, di trasferirsi in Giappone e di quel paese così lontano dalle sue origini ha assorbito integralmente la lingua e la cultura, riuscendo perciò a lavorare, tra le poche donne europee, per una testata giapponese.
Ma la cronaca rosa di popstar adolescenti le sta stretta, il suo sogno è entrare nella redazione di cronaca nera, l’indagine investigativa per lei rappresenta il vero giornalismo.
Quasi per caso, nonostante venga osteggiata e quasi derisa dal suo capo, appena viene a conoscenza di una indagine di polizia che promette essere un caso straordinario, vi si butta a capofitto, complice la conoscenza, anche questa casuale, dell’ispettore Tetsu Tanaka, metà giapponese e metà americano, con tutti i contrasti che tali origini possono determinare.
Tanaka è un poliziotto ligio alle regole, e non vorrebbe coinvolgere una giornalista così ambiziosa in un’indagine tanto delicata. Ma l’ispettore non ha scelta: grazie al suo look androgino, Holly riesce a mimetizzarsi perfettamente nello sterminato alveare di Tokyo, scoprendo elementi decisivi per un’indagine dolorosa che riguarda la sparizione di due adolescenti una svedese, che viene trovata morta, e l’altra francese.
L’incontro non è dei migliori, diffidenze reciproche, scoperte non condivise, nonostante ciò i loro destini si intrecciano, Holly spera che Tanaka la stimi e Tanaka ,a sua volta, si sente responsabile dalla incolumità di questa ostinata ed intuitiva giornalista che in fondo sente un po’ figlia sua.
Nasce così una strana coppia sullo sfondo di un paese ipertecnologico, ma ancora legato a tradizioni e leggende antiche.
L’indagine procede a ritmo incalzante, i colpi di scena non mancano, i pericoli e le trappole che il diabolico serial killer, di cui si conosce solo lo smisurato amore verso il cantante americano  Roy Orbison, di cui copia pure l’abbigliamento, ed un grande interesse per le composizioni floreali, tende loro mettono in serio pericolo Holly e Tetsu, ma solo l’unione e la capacità di interagire finalmente riusciranno a creare un tandem capace di arrivare fino alla fine.
L’originalità di questa trilogia, che promette di essere una fra le più coinvolgenti serialità , sta nella capacità dell’autore di riuscire a miscelare, senza forzature, passato e presente di un paese che è fra i più amati dagli occidentali ed, inoltre, riuscire a creare un amalgama tra due personalità che più diverse non potrebbero essere.
Menzioniamo i comprimari, prima tra tutti la moglie di Tanaka, la dolce Miho, che custodisce insieme al marito un tragico e doloroso passato, ma che riesce con la forza dell’amore e con una tenacia fuori dal comune a tenere unita la famiglia e a dare al marito la serenità necessaria per svolgere il suo complicato e pericoloso lavoro.
Il suo vice, il sergente Izumi, che custodisce, anche lui, un segreto nel suo passato, il medico legale, sempre figura di rilievo nei romanzi di genere, l’anatomopatologa, ed anche il capo di Tanaka, come tutti i capi diviso a metà tra la fiducia nei suoi uomini e le pressanti richieste dei superiori.
Insomma un universo colorito e variegato ma straordinario nella sua umanità .
Interessante è il modo di raccontare la storia alternando i vari punti di vista, quello di Holly, quello di Tanaka ed anche quello del killer, di cui conosceremo il contorto modo di pensare ed il perché vi è arrivato.
Insomma Ellis si propone come nuovo autore del genere thriller, il primo volume della trilogia lascia sicuramente il desiderio di saperne di più, ed è questo che si richiede allo scrittore.
Un piccolo cenno alla traduttrice Gaja Cenciarelli, bravissima a rendere in italiano perfetto descrizioni di luoghi e dialoghi, rendendo facile e scorrevole la lettura.Â
J. J. Ellis è nato nello Yorkshire ma ora vive a Londra. I fiori della morte è il suo primo romanzo, l’inizio di una trilogia con protagonisti l’ispettore Tanaka e la giornalista Blain.