[Questione vecchia e spesso dibattuta come abbiamo fatto, in parte, anche qui. Giallo, noir, serie A o serie B. Ritorna sull’argomento JP Rossano con un post interessante che riportiamo qui di seguito.]
Discorrendo amenamente con alcuni lettori nel corso della recentissimo Salone del Libro di Torino, sono venuto alla conclusione che sia largamente diffusa una qual certa confusione tra il genere giallo e quello noir. Ora, poiché mi riconosco più tra gli appassionati del secondo, per non dire tra gli scrittori perché mi parrebbe di usare impropriamente il titolo; ci terrei a fare un po’ di chiarezza, o quantomeno a provarci.
Per farlo possiamo provare ad identificare quelli che sono sia i punti in comune, sia i tratti distintivi tra il noir vero e proprio ed i suoi parenti (più o meno prossimi): il giallo, il poliziesco ed il thriller.
I fattori comuni sono estremamente semplici da identificare. Siamo sempre alle prese con dei crimini, più o meno violenti, o con intrighi politici, sempre ci sono delle trame da svolgere, dei misteri da svelare, dei moventi e dei colpevoli da scoprire. Sempre, o quasi, i protagonisti sono personaggi legati alla legge in modo più o meno diretto (poliziotti, “investigatori” privati, avvocati, agenti segreti e via dicendo).
Ognuno di questi elementi può essere ritrovato in un romanzo giallo classico, in un poliziesco duro all’americana (hard boiler) od in un thriller, così come in un noir.
Ma ciò che accomuna i generi (il crimine, i personaggi), non basta a ricondurre questa narrativa in un unico alveo. Anzi, sovente, ciò che li avvicina sono in verità le medesime cose che li separano.
Nei gialli tradizionali, ed anche nel poliziesco e nella spy story seppur con dinamiche a tratti differenti, è l’indagine a svolgere il ruolo di fulcro dell’azione e della narrazione. Si tratta di analizzare, investigare, ricostruire i fatti, allineare dei tasselli secondo logiche riconoscibili e spiegabili, per arrivare, al termine alla verità ed usualmente al trionfo della giustizia.
In pratica, tutto si basa sulla chiarificazione di un enigma che prelude alla vittoria dei “buoni” ed alla conseguente sconfitta e punizione dei “cattivi”.
In tutto questo processo il fatto umano e psicologico ha una parte, spesso fondamentale, ma è comunque solo una parte di un meccanismo razionale. Questo cerca il lettore del “giallo” (trama, intreccio ingegnoso, matassa da dipanare) e questo puntualmente gli propone l’autore, in modo più o meno brillante in funzione delle sue capacità di narratore.
Nel noir invece, pur essendoci criminali ed investigatori, la parte centrale non viene rivestita dall’indagine, ma dai personaggi e dalla loro psicologia spesso deviata. Nel noir quasi tutti i protagonisti, anche quando sono dalla parte di colui che tenta di risolvere l’enigma, vivono e violano le regole che dovrebbero invece rispettare; in alcuni casi sono addirittura i colpevoli medesimi dei crimini narrati. Esiste sì l’indagine, ma non è il vero motore dell’azione, è solo un pretesto funzionale alla narrazione.
Mentre nel giallo l’indagine sta in primo piano ed i personaggi fanno da sfondo (da quinta teatrale), nel noir, le parti si invertono. Ecco allora che sono i personaggi stessi e le loro vicende a passare in primo piano, mentre il ruolo di comprimario viene recitato dall’indagine. Tanto che in alcuni casi il colpevole si palesa subito al lettore che non deve scoprire la verità, ma solo seguire le vicende che portano alla soluzione della vicenda, soluzione, guarda caso, spesso tragica.
Dove il giallo è semplificazione letteraria dell’animo umano (con buoni e cattivi severamente separati), nel noir si insinua il dubbio, è presente una fascia grigia che avvolge i personaggi e le loro azioni, dove i buoni non sono così buoni, quando non sono addirittura assenti, oppure solo comprimari dei personaggi negativi che sono, di fatto, i veri protagonisti della vicenda.
Il noir si serve sì dei meccanismi che costituiscono la base dei “gialli” e dei “polizieschi”, ma come strumenti, sono i personaggi a giocare il vero ruolo centrale.
Mentre nel giallo il lieto fine ed il trionfo del bene sono praticamente scontati, nel noir, l’happy end non è per nulla scontato, anzi spesso è l’epilogo tragico a farla da padrone.
Volendo spingerci ad azzardare alcuni esempi potremmo citare i romanzi di James Ellroy, infarciti di tutori della legge corrotti, spesso al soldo di delinquenti, se non delinquenti incalliti essi stessi, o comunque pronti, pur di proteggere i propri interessi personali, ad aggirare quelle regole che per primi dovrebbero far rispettare (scrivo questo pensando ad alcuni personaggi “epici” quali Turner “Buzz” Meeks o “Bidone” Vincennes). Oppure, tanto per restare in casa nostra, potremmo riferirci al bellissimo “Romanzo criminale” di De Cataldo, nel quale, alla fine della lettura, delinquenti e servitori dello stato finiscono tutti per apparire sotto la medesima, sinistra, luce inquietante (non nego di avere provato più simpatia per il Libanese o per il Dandi, che non per Scialoja).
Da questo punto di vista ed osservando con spirito critico il mondo che ci circonda, potremmo dire che, se il giallo ed il poliziesco sono semplificazioni della realtà, il noir ne è una rappresentazione più realistica e per questo più drammatica.
Non a caso gli autori del genere noir amano spesso mettere i piedi nel piatto, alludere, denunciare, prendere posizione, “sporcarsi le mani” attingendo ampiamente dalle pagine di cronaca nera, od anticipando involontariamente la realtà che, il più delle volte, finisce per superare ampiamente la fantasia (“Il giorno del lupo” di Lucarelli non è forse una ricostruzione antecedente alla sanguinosa vicenda della “Uno Bianca”?).
Non a caso, a mio modestissimo parere e come ho già avuto modo di scrivere altrove, credo che il noir si possa considerare l’erede di quelle che furono la tragedia greca prima e quella shakespeariana poi.
È possibile che i puristi storcano il naso, o si scandalizzino addirittura, di fronte a questa affermazione, tuttavia più penso ad una tragedia come “Riccardo III”, più vi riconosco i tratti, estremamente moderni, di un noir dei giorni nostri.