Fammi Male. Il thriller italiano al femminile è diventato perfetto
Più di 20 anni passati a fare la cavia di laboratorio hanno sfiancato il corpo e la mente di Ana, giovane donna che i suoi genitori e i medici fanatici e deliranti della clinica all’avanguardia fondata in Svizzera da suo padre hanno creato come “replicante” di sua sorella morta venticinque anni prima quando aveva più o meno la stessa età di Ana.
Nonostante la reclusione forzata, la clinica carcere e i ripetuti elettroshock per minare la sua personalità e la sua memoria, Ana, cresce con le idee ben chiare, con una furbizia al di sopra della media e con una spregiudicatezza propria di ogni animale tenuto in cattività.
Ana corrompe, minaccia, ricatta fino a che non ha abbastanza soldi e una possibilità per scappare dalla clinica, destinazione Vasto, Italia, costa adriatica. Qui molti decenni prima è morta sua sorella Annabelle, un omicidio mai risolto, un assassinio passato per suicidio nonostante le tante prove, un mistero che tormenta e dilania il vecchio poliziotto che per prima si era occupato del caso.
Ana da qualche tempo non fa che sognare il locale di Vasto dove sua sorella è scomparsa per l’ultima volta e frammenti della vita passata di Annabelle che la tormentano ogni volta che chiude gli occhi e il sonno la prende con sé.
Per questo deve scoprire la verità, mettere un punto alla sua esistenza da replicante, conoscere davvero chi era la sorella che l’ha preceduta e che ha sconvolto con la sua morte l’esistenza dei suoi genitori e soprattutto quella di sua madre, che viveva solo ed esclusivamente in funzione di quella figlia. Ad aiutarla in questa ricerca e in questa avventura ai confini della realtà c’è Arancia, giovane, sexy e spregiudicata investigatrice privata che diventerà per Ana il suo unico punto di riferimento nella sua nuova vita. Le due ragazze riusciranno a scoprire chi ha ucciso Annabelle decenni prima e perché?
Con Fammi Male Francesca Bertuzzi ha fatto davvero centro confezionando il miglior esperimento letterario sul thriller mai visto fino a oggi e i lettori se ne rendono conto fin dalla prima pagina. Al di là della trama che da sola varrebbe dieci premi letterari, il romanzo è ricchissimo di elementi che esclusivamente un vero talento può mettere insieme e farli funzionare alla perfezione. Ad esempio Fammi male non ha uno stile né un linguaggio autoriale perché ogni personaggio del libro, anche quelli minori e insignificanti, ne hanno uno proprio, tutti parlano esattamente come dovrebbero parlare e si esprimono proprio come dovrebbero esprimersi. Un grande esercizio di stile che dimostra quanto la Bertuzzi sia brava anche a dimenticare la sua grande preparazione personale e come autrice in generale e come scrittrice di cinema pur di rendere il suo romanzo qualcosa di letteralmente credibile e affascinante e insieme un lungo piano sequenza dove la narrazione si trasforma in immagini vivide e splendenti come le descrizioni degli abiti, i colori dei luoghi, la forma degli oggetti e i tratti somatici dei protagonisti. Ciliegina sulla torta: i titoli dei capitoli, meravigliosi, evocativi, geniali. Francesca Bertuzzi parlando di Fammi Male ha detto che ce l’ha messa tutta e il lettore non può che darle ragione. Storia, dialoghi, personaggi, linguaggio, ambientazione, suspense tutto mescolato con una capacità artistica e personale che rende la Bertuzzi una delle stelle più brillanti tra le scrittrici italiane.
Fammi male
Antonia del Sambro