Un nuovo caso per Will Trent dice la didascalia sulla copertina di Dopo quella notte. E, si aggiunga, anche per Sara Linton. Due protagonisti che gli estimatori della prolifica scrittrice Karin Slaughter hanno amato in modo particolare e saranno felici di veder tornare. A tal proposito, c’è anche una serie televisiva basata sui romanzi dell’autrice, che parla proprio dell’omonimo agente speciale del Georgia Bureau of Investigation, cosiddetto GBI.
Abbandonato appena nato e con diverse vicissitudini al suo attivo, prima di diventare un tutore della legge Trent si è macchiato anche di precedenti penali e la sua risalita dal baratro è stata faticosa. Per questo, forse, piace tanto ai lettori, che lo considerano “solido nel modo giusto, affidabile e particolarmente abile a lavorare sotto copertura.” Di poche parole, sembra che lui venga tratteggiato attraverso il rapporto che ha con le sue donne, le uniche che sanno come prenderlo, abili a mettere in luce le sue tante sfaccettature.
Difficile non creare un collegamento con un argomento che sta a cuore a Karin Slaughter e che sovente lei analizza nei suoi romanzi. Ovvero, la violenza ai danni del genere femminile.
Dopo quella notte (Harper Collins, settembre 2023) tratta di stupro, sviscerato attraverso due diversi piani temporali: passato e presente.
Sara Linton è il medico di turno al pronto soccorso del Grady Memorial Hospital di Atlanta, in Georgia, quando una notte arriva una ragazza in fin di vita, Dani Cooper, apparentemente vittima di un incidente stradale. Ha appena diciannove anni ed è ferita in modo grave. Solo Sara ascolta la sua confessione: è stata brutalmente aggredita e stuprata. Le modalità e il tipo di ferite riportate faranno precipitare la dottoressa in un incubo mai risolto, dato che quindici anni prima lei stessa era stata violentata, un evento che ha cambiato tutta la sua vita.
Tre anni dopo l’accaduto del Grady Memorial Hospital, Sara Linton viene chiamata a testimoniare in tribunale contro quello che si desume essere l’assassino violentatore della sventurata Dani e da lì inizia una sorta di vortice di violenza a non finire, che collega quanto accaduto a lei anni prima.
Sara adesso è un anatomopatologo rispettato, fidanzata con l’uomo della sua vita, appunto Will Trent. Prossimi alle nozze, lui è il poliziotto responsabile chiamato a indagare sul caso, che vede ufficialmente un nesso con quanto occorso alla sua promessa sposa.
Il passato non deve restare sepolto: bisogna far luce. Anche se questo può essere estremamente pericoloso, in quanto si vanno a risvegliare dei livori mai sopiti.
La trama è affollata di personaggi, tutti molto ben caratterizzati. Karin Slaughter sa essere verosimile, poiché pignola nel descrivere le varie procedure, sia mediche che giuridiche, frutto di studi approfonditi. Faith Mitchell, la partner di Will Trent, è anch’essa parte importante della vicenda, poiché sa stare sulla scena in un modo complice, che molto aiuta il suddetto personaggio. E così anche Amanda Wagner, in qualità di supervisore, con la quale Will ha sviluppato un rapporto peculiare. Quasi fosse, in fondo, una sorta di madre che lui non ha mai avuto.
Il finale è sorprendente, perché si sviluppa mettendo al loro posto i tasselli, senza perdere mai di vista quel che è il filo conduttore, ovvero la violenza sulle donne. Importanti sono infatti le considerazioni, nonostante la crudeltà dei fatti.
In giro ci sono dei mostri e vanno fermati. Ricorda di parlarne quando c’è la cicatrice, non la ferita, è una sorta di monito. Solo allora è possibile ricominciare.