Se fossimo in America, lantropologa forense e medico legale Cristina Cattaneo, coordinatrice del Labanof, (il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense di Milano) avrebbe a che fare quotidianamente con tanti Jane o John Doe: questi infatti sono i nomi fittizi che negli States vengono attribuiti ai cadaveri sconosciuti.
Qui in Italia, invece, con meno fantasia siamo abituati a parlare di morti senza nome, titolo anche dellopera prima della prof. Cattaneo, edita da Mondadori nel 2005. Esperienza che, visto il successo ottenuto da questa prima raccolta di racconti (in cui vengono descritti diversi casi in cui la Cattaneo stata direttamente coinvolta, dal ritrovamento delle vittime delle Bestie di Satana fino allidentificazione delle vittime della tragedia di Linate), stata ripetuta nel 2008 con Turno di notte, sempre per Mondadori.
Parallelamente alle sue opere letterarie, molti hanno imparato a conoscere la Cattaneo ed il suo lavoro grazie alle sue partecipazioni al programma Chi lha visto: grazie al prezioso lavoro dello staff da lei coordinato, stato possibile dare un nome a tanti cadaveri di sconosciuti rinvenuti in Lombardia. Siamo andati a trovarla presso il Labanof per farle qualche domanda.
Come nata lidea di scrivere il suo primo libro?
Prima di Morti senza nome avevo pubblicato una serie di testi accademici specifici nellambito della medicina legale e dellantropologia forense. Lidea del primo libro comunque stata abbastanza casuale: siccome avevo aiutato la Rizzoli per la traduzione in italiano di alcuni termini tecnici che compaiono nei libri di Kathy Reichs, sono stata contattata da Mondadori per scrivere qualcosa di simile, magari proprio un romanzo. Romanziera non ero, per ho pensato di provare a descrivere il nostro lavoro, raccontando le storie di queste persone dimenticate, a cui cerchiamo di dare un nome. Un modo anche per pubblicizzare il nostro lavoro.
Quale invece la genesi di Turno di notte?
Il primo libro andato molto bene: pensi ad esempio che ho ricevuto molte lettere di persone che volevano approfondire i casi che avevo raccontato. Turno di notte nasce dalla mia convinzione che rimanessero alcune cose da dire, da approfondire riguardo il nostro lavoro, soprattutto per rimarcare il fatto che la medicina legale non quella che si vede in televisione o che si legge nei romanzi gialli. Lunica scrittrice che conosce un po le nostre metodologie tecniche la Reichs, gli altri non che questi libri siano fatti male, ma giungono quasi sempre a risultati certi, cosa che purtroppo non accade sempre nella realt, anzi piuttosto raro. Comunque questa tendenza (che tra gli addetti ai lavori simpaticamente conosciuta come Effetto CSI, ndr) molto pi evidente nelle fiction televisive, piuttosto che nei romanzi gialli.
Parliamo un po del suo lavoro, che del resto per ora stato il tema privilegiato dei suoi racconti.
Il Labanof nasce nel 1995 per volont del prof. Grandi. Io mi trovavo qui per fare la mia tesi in medicina, dopo una laurea in biologia e una in antropologia in Inghilterra: abbiamo deciso di approntare un laboratorio di antropologia, pensandolo pi che altro per scopi di ricerca. Poi, invece, col passare del tempo ci siamo resi conto di trovarci sempre pi spesso di fronte a problematiche di tipo pi pratico, come ad esempio le richieste di identificazione di cadaveri sconosciuti. Abbiamo passato i primi anni a perfezionare lapproccio migliore a questa problematica, quindi siamo passati allo studio delle problematiche legate al sopralluogo, riuscendo a creare un team di esperti (come ad esempio Enrico Silingardi e i suoi cani da cadavere, intervistato sullo scorso numero di Milano Nera, ndr) in grado di affrontare la ricerca dei cadaveri occultati.
Ora il nostro raggio dazione si ulteriormente allargato: penso ad esempio allidentificazione del vivente, sia da un punto di vista di ricerca che di consulenza nella valutazione dellet del soggetto vittima o autore di un crimine, oppure allidentificazione dei soggetti ripresi da sistemi di videosorveglianza, fino alla piaga della pedopornografia, che cerchiamo di contrastare collaborando ad un progetto della Comunit Europea.
Crede sia possibile arrivare ad una banca dati nazionale dei soggetti scomparsi, da tanti auspicata?
Non lo so, noi sono ormai quindici anni che ci battiamo in prima persona per averla. Pare che ora ne stia discutendo una commissione apposita, speriamo bene. La banca dati va creata pensando non solo alle vittime, ma anche ai familiari delle persone scomparse, che spesso non sanno proprio a chi rivolgersi. Con il nostro sito, sul quale pubblichiamo le immagini dei cadaveri ritrovati, facciamo una sorta di assistenza sociale che ci viene riconosciuta da tanti. Il Labanof ormai conosciuto, al punto che sono in molti oramai che si rivolgono direttamente a noi in caso di sparizione di una persona cara, piuttosto che vagare per gli ospedali della Lombardia. E un lavoro sicuramente pesante, ma siamo un team molto affiatato e ci piace pensare di poter aiutare le persone in difficolt che si rivolgono a noi.
Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Sicuramente mi piacerebbe rimanere in questo ambito, anche perch sono convinta che ci siano ancora tante cose da raccontare riguardo il nostro lavoro. Scrivere un po mi manca, e sto pensando a qualcosa, magari ad una serie di racconti.
Un ultima domanda classica: cosa ama leggere Cristina Cattaneo?
Finito il lavoro un po di spazio per leggere cerco sempre di ritagliarmelo, comunque confesso che dopo una giornata al Labanof cerco, se possibile, di cambiare argomento. Amo in particolare i romanzieri russi, le opere di Antonio Damasio e tutto ci che concerne le neuroscienze, mentre rimanendo in tema di noir mi piacciono la Cornwell e Deaver.