Io sto sempre aspettando che Ellroy sforni qualcosa di più che libretti con racconti gonfiati fino a farli sembrare romanzi brevi o antologie curate da lui, con all’interno un suo racconto, per invogliare l’acquisto. Incredibilmente a quest’ultima antologia per ora sono riuscita a resistere, anche se non so per quanto. Nel frattempo cerco di scovare qualche scrittore che mi possa non dico dare le stesse emozioni, ma ricordarmi almeno la stessa atmosfera.
Recentemente ho trovato questo Steve Monroe e il suo “Chicago, 1957”. Tutto gira intorno a un match di boxe, Junior sembra un nuovo talento, molti credono in lui, molti lo considerano un’occasione di riscatto, quasi tutti i protagonisti di questo romanzo lo considerano l’ultima spiaggia, l’ultima possibilità per uscire dal giro, per credere in qualcosa, per andare avanti, per credere ancora in un eroe…
Ma Junior è in grado di sopportare un peso del genere? I segnali che dà sono contraddittori, a volte sembra in grado di sconfiggere chiunque, altre volte si mette a piangere e ha crisi d’ansia solo guardando un film. Junior ha un segreto. Ma non è l’unico. Soldi, interessi e amore si intrecciano, i tradimenti di amicizie e patti che parevano indissolubili saranno inevitabili, le pagine corrono veloci come i protagonisti della vicenda, verso quello che sembra un destino fatale, per tutti, o forse no. Consigliato a chi ha nostalgia del vero Ellroy. Io intanto ho comprato anche “Chicago, 1946” dello stesso autore.