Ogni libro ha una storia. Ma, oltre alla propria, ce ne è una anche per noi. E un’altra per tutti. E oltre a tutto questo, c’è la storia di quel libro. Quello fatto di carta, fogli e copertina…
Casino Totale, per me, ha una storia particolare. Festa dell’Unità, a Salsomaggiore, dopo la presentazione dell’ultimo libro di Francesca Mazzucato, Train du Reve per la precisione. Cena con paella e vino malvasia. Liscio, riffa e zucchero filato. Francesca si assenta, sparisce in uno stand-libreria e ricompare con il suo sorriso magico. E questo libro. Altrettanto magico.
mi dice
<... Subito>
E io lo leggo, subito. Jean Claude Izzo è un grande…
Scusate se vi ho messi alla prova. Ma se non vi interessano le storie dentro le storie, anche quelle che a prima vista possono apparire banali, ma che hanno dentro un’emozione vera, allora non vi interessa Izzo. A prescindere dalla festa dell’Unità di Salsomaggiore, dalla malvasia e la paella. Perché i particolari di contorno. Le storie “dentro” e “fuori” sono la struttura narrativa di Izzo.
Jean Claude Izzo nasce nel ’45 a Marsiglia e muore, sempre a Marsiglia nel 2000. Molto giovane. Dopo mille mestieri. E dopo essere arrivato, tardi, al successo. Superba la sua trilogia noir marsigliese tra cui, appunto, Casino Totale. Un libro raccontato superbamente. Tra sapori e odori che si sentono davvero, il vocio dei gabbiani , le musiche di Paolo Conte… E un sottofondo nostalgico carico di malinconia reale. Che ti entra dentro, subdola. Incontrollabile. Izzo gioca con le nostre emozioni turbandoci. Sino in fondo alle sue verità. Che diventano nostre da subito.
Ugo, Manu e Montale. La stessa donna, Lola. Un infanzia dura, vissuta insieme. Ugo parte. Manu gioca con un genere di crimine troppo grande per lui e viene ucciso. Ugo ritorna per vendicarlo. Montale, nel frattempo diventa un poliziotto. Un poliziotto molto particolare. In perfetto stile noir.
Stessa partenza. Stessi libri, dischi, vino. Ma tre strade diverse.
E così che Izzo ci presenta la sua Marsiglia. Una Marsiglia che vale la pena di conoscere. Perché è la Marsiglia di Jean Claude Izzo. Quella vera. (andrea villani)