Sette giallisti impegnati a uscire indenni dal Natale in un unico volume targato Sellerio. Nell’ordine: Francesco Recami, Alicia Giménez-Bartlett, Santo Piazzese, Carlo Flamigni, Gian Mauro Costa, Marco Malvaldi, Ben Pastor.
Sette storie che girano attorno alla nostra festività più tradizionale, ma che nascono da più lontano. E più lontano vanno a finire.
Più nero che giallo. Di giallo pochino pochino (il bel testo della Giménez-Bartlett, la mamma dell’ispettrice Petra Delicado), poi lo humour di chi non è fatto per esplodere con un maialino all’arancia o un tacchino ripieno in pancia oppure la tensione di chi sa dipingere di nero la realtà usando tutti gli altri colori della tavolozza (a questo proposito Recami firma un racconto magnifico). Togliere al Natale l’estetica che gli è propria è forse un gesto provocatorio, se non addirittura di pura blasfemia in questo povero bel paese (con l’aggiunta della Spagna di Barcellona). Ma saper ridere di sé anche quando i guai vengono solo per conto loro è prova di maturità spirituale. Non scorre tanto sangue in questo Un Natale in giallo, davvero il minimo sindacale. Ma se pensate che la forma racconto possa essere adeguata a questo universo letterario, il volume in questione è capace di dirvi qualcosa di più di un semplice whodunit o il perché o il percome di comportamenti che possono interessare l’autorità giudiziaria. Crimini e intrighi si presentano quando vogliono loro e senza chiedere permesso. Con quelle due dita di gusto perfido di vedere sconvolta la vita degli investigatori nel momento dell’anno meno opportuno. O forse no. Forse questi fatti salvano i protagonisti dal peso della tradizione contro la quale anni e anni di esperienza di strada non li hanno ancora preparati a una difesa preventiva. Un cannolo siciliano al termine del pranzo o del cenone per un bel morto ancora caldo caldo o una rapina a una banca. Lo scambio pare del tutto alla pari. Note tecniche.