Autrice di due thriller storici d successo, ambientati nella Firenze dei Medici: La gemma del cardinale e L’oro dei Medici, Patrizia Debicke è una straordinaria cacciatrice di misteri sepolti nelle rughe del tempo oltre che una narratrice di talento. In questa intervista rivela qualche piccolo segreto che appassionerà chi ama frugare nel passato.
Come nasce l’idea di costruire un thriller su un personaggio o un fatto storico?
La storia, maestra di vita, teatro di avvenimenti straordinari ma anche di delitti efferati, è lo scenario perfetto per un thriller o un noir e, se si approfitta di un contesto particolare e di fatti realmente avvenuti, consente di costruire una trama plausibile. Nel caso di L’uomo dagli occhi glauchi il colpevole è un ritratto di Tiziano, circondato da un’aura di mistero vecchia quasi di cinquecento anni.
Ritratto di giovane inglese: cosa ti ha affascinato in questo dipinto che non è fra i più pregevoli di Tiziano Vecellio?
Non uno dei più pregevoli? Forse meno famoso di altri. Ma la valutazione degli esperti su Il ritratto di giovane inglese è cambiata negli ultimi anni. Oggi è considerato un capolavoro della fase manieristica del Maestro ormai ultracinquantenne. C’è una quieta sicurezza nel suo sguardo, che mi ha suggerito quanto faccio dire di lui a Tiziano nelle pagine del mio romanzo: “…Mi intriga. Mi ha fissato a lungo. E’ vigile come una belva in agguato, pronta a scattare. Sono certo che sospettasse la mia presenza dietro lo spioncino dell’autoritratto, ma ha fatto finta di niente. Quell’uomo ha due volti. Lo sento lontano, lo giudico un guerriero, potrebbe essere un assassino o un angelo. Mi affascina. E’ come soffuso da un’aurea indecifrabile di melanconia. La sua espressione è intensa e misteriosa allo stesso tempo”.
Quanto tempo hai passato a palazzo Pitti, in contemplazione del quadro, per cercare di carpirne il segreto?
Tanto! Andavo, ritornavo… Vedevo un fisico prestante, ma anche una severità rigorosa che lasciava intuire grande determinazione.
Ma il nome?
La curiosità mi ha spinto ad approfondire mentre l’antica ipotesi che proponeva il duca di Norfolk come soggetto, mi ha indotto a cercare nell’Inghilterra della metà del ‘500, tra i membri della corte di Enrico VIII e dei suoi figli, fino a quando ho scovato i ritratti di un grande personaggio inglese dell’epoca.
Il primo (1571) raffigura un uomo di circa cinquanta anni, William Cecil, Lord Burghley, Segretario di Stato di Elisabetta I regina d’Inghilterra e il secondo dove l’uomo riprodotto, sempre Burghley, divenuto Lord Tesoriere, dimostra una settantina d’anni.
La somiglianza è forte… Nel romanzo L’uomo dagli occhi glauchi ho regalato un’identità a uno sconosciuto e gli ho tessuto intorno una storia seguendo un percorso logico… Ho sviscerato il periodo, i luoghi di allora in Inghilterra e in Italia. Ho frugando nei testi e negli archivi per ottimizzare la cornice storica. Ho preso l’uomo del ritratto e l’ha trasportato dalla corte inglese di Enrico VIII a Venezia, a Roma…A conoscere i Farnese, a incontrare i potenti, a proteggere il papato.
Poi i possenti ritratti tizianeschi della famiglia del pontefice mi hanno suggerito come ampliare la trama.
Qual è l’enigma storico che ti ha affascinato di più in assoluto?
Forse il Massacro di San Bartolomeo, scatenato dalla miscela esplosiva del fanatismo, mischiato all’odio…
La storia dice che la regina madre, Caterina de’ Medici, nell’intento di riappacificare cattolici e ugonotti organizzò il matrimonio della figlia Margot di Valois con il più importante principe ugonotto, Enrico, re di Navarra. Le nozze furono celebrate il 18 agosto 1572.
Erano una trappola?
Pochi giorni dopo, la mattina del 23 agosto, un colpo d’archibugio ferì al braccio l’ammiraglio di Coligny, uno dei capi del partito protestante e consigliere di Carlo IX.
Una ridda di calunnie ingannò il re che, suggestionato dai consiglieri cattolici che accusavano l’ammiraglio delle peggiori intenzioni nei suoi confronti, ordinò di fermarlo.
Poco prima dell’alba del 24, iniziò il massacro di tutti gli ugonotti presenti in città.Il re di Navarra fu costretto ad abiurare la sua fede. La follia assassina dei cattolici, che incendiò Parigi, durò giorni. Alla fine i morti si contarono a migliaia. Fra loro, moltissime vittime innocenti di vendette private.
Perché avvenne e a chi giovò?
Si sa che alla notizia della strage il papa Gregorio XIII fece cantare un Te Deum di ringraziamento.
C’era lo zampino del re di Spagna dietro quell’orrore?
Caterina de’ Medici, madre di Carlo IX, indicata per secoli come l’istigatrice dell’eccidio, forse ha avuto solo la colpa di non opporsi agli ordini del figlio.
Pensi che i tempi attuali siano i peggiori dell’era moderna?
No! Ma allora non c’erano i media a raccontarli.Basti pensare al crogiolo di efferatezze, al dominio assoluto di potenti, con intrighi, lotte, e assassini del 1500, alle persecuzioni e ai continui ribaltamenti di scenario del 1600 con l’orrore delle sanguinarie guerre nordiche fratricide, agli eccidi multietnici internazionali e gli scontri rivoluzionari del 1700, alle guerre del 1800di conquista con i loro abomini.
Con il fanatismo religioso a rappresentare troppo spesso il volano di ogni sopraffazione edieva nostri gare hilterara di Enrico VIII, tra i membri della corteo noir
Cosa t’ intriga di più: la bellezza, la crudeltà, il mistero?
Il mistero senza esitazione, se poi è condito di bellezza e crudeltà ci vado a nozze!
Il thriller storico sta conoscendo un momento di vera gloria. A cosa pensi sia dovuto questo successo?
Forse perché gli autori di thriller storici sono buoni cuochi?A parte gli scherzi, gli ingredienti a disposizione sono di grande qualità ma non basta. Bisogna dimostrarsi seri artigiani e cercare di confezionare un prodotto accurato, piacevole, scorrevole come lettura, inquadrato in una cornice storica corretta, ma non incombente. Altro elemento indispensabile quanto il prezzemolo: coinvolgere il lettore, facendolo quasi protagonista nel romanzo. E farlo sognare!
Passi più tempo a fare ricerche o a stendere le trame dei tuoi libri?
A fare ricerche senz’altro. Ma so per certo che qualunque autore serio e preparato, che voglia scrivere un giallo, thriller o noir, ha bisogna di appoggiarsi a basi serie e approfondite e… il tempo vola!