L’eredità dei Gattopardi – Marcello Simoni



Marcello Simoni
L’eredità dei Gattopardi
Newton Compton
Compralo su Compralo su Amazon

Un complotto sanguinoso, un regicidio annunciato, un regno sospeso sull’orlo del disordine.
Marcello Simoni torna in libreria con L’eredità dei Gattopardi, secondo capitolo della Saga della dinastia perduta, un progetto che troverà compimento nel 2026. Con la consueta maestria, l’autore emiliano intreccia conoscenza storica e tensione narrativa, disegnando un Medioevo siciliano intriso di luce e oscurità, dove fede, potere e superstizione si confondono in un mosaico affascinante e inquieto.

Siamo nell’anno del Signore 1130. Ruggero II d’Altavilla, duca di Calabria e signore di Sicilia, è pronto a cingersi la corona grazie al sostegno di papa Anacleto, a Palermo, in un clima di rivalità e congiure tra baroni del Sud. È in questo scenario che si muovono i Drengot e i Ferracutus, due casate normanne legate da un matrimonio d’interesse e divise da un destino irrequieto.

Nel borgo costiero di Sagitta, tra Palermo e Cefalù, il vecchio barone Galgano Drengot tenta di assicurare la sopravvivenza del proprio casato facendo sposare la figlia Astruda al giovane cavaliere normanno Folco di Évreux. Un’unione nata dal calcolo politico che presto si trasforma in una trama di sospetti, menzogne e rancori. La morte misteriosa del padre di Folco, le ombre che infestano il castello e il ritorno inatteso del primogenito di Galgano — un gobbo creduto morto alla nascita — alimentano un intreccio dove vendetta, eredità e superstizione si fondono in un’unica spirale di segreti.

Simoni dipinge con precisione un mondo dove la lealtà è merce rara e il tradimento si annida ovunque. Folco, cavaliere inquieto e tormentato, viene travolto dagli intrighi di corte e da un amore che lo consuma. Per salvare la moglie e il figlio, tenuti in ostaggio dal principe di Bari, sarà costretto dal suocero a partecipare a una congiura estrema: uccidere re Ruggero. Ma la coscienza, divisa tra dovere e sentimento, lo trascinerà verso un destino ancora più crudele.

Accanto a lui si muovono figure potenti e vibranti: Emma, madre saggia e coraggiosa, ancorata a riti antichi; Fresenda, sorella ribelle e acuta; Abelardo, il fratellino segregato fin da bambino nel convento del borgo; Astruda, moglie fiera e passionale, sospesa tra rancore e desiderio; e infine il gobbo, creatura deformata e furiosa, manovrata da un oscuro mentore e portatrice di un segreto capace di sconvolgere ogni certezza.

Sul fondale, una Sicilia e una Calabria in fermento: castelli e palazzi normanni, campagne assolate, torri moresche e monasteri che si alternano come in un affresco vivido e contrastato. Simoni mostra un regno in piena trasformazione, crocevia di culture dove l’eredità araba e bizantina si intreccia al potere normanno, in un equilibrio fragile e seducente. Il suo Medioevo non è solo scenario di guerre e complotti, ma uno spazio pulsante di passioni e paure umane.

Con L’eredità dei Gattopardi, Simoni conferma la propria abilità nel fondere il rigore dello storico con la tensione del narratore. La sua scrittura, densa di immagini e ritmo, alterna il respiro epico delle cronache cavalleresche alle atmosfere cupe del giallo gotico, con echi che rimandano a Poe e al romanzo storico d’avventura. Ogni personaggio diventa un frammento di un vasto affresco, ogni pagina un passo verso il cuore oscuro del potere.

Intrighi, passioni e tradimenti si intrecciano in un romanzo di grande respiro, che prepara la strada a un finale destinato a lasciare il segno.
L’eredità dei Gattopardi non è solo un viaggio nella Sicilia normanna, ma anche una riflessione sull’ambizione, sull’amore e sulla colpa — un’epopea che, come il mare che la circonda, non conosce mai pace.

Patrizia Debicke

Potrebbero interessarti anche...