Nemico – Victor tra città ostili, inganni e regole di sopravvivenza
La pioggia scivola obliqua sulle strade lucide di Bucarest. Le luci dei neon si riflettono in pozzanghere profonde, distorte come verità manipolate. Victor scende da un taxi, percorre un isolato e si ferma sotto un’insegna spenta. Non guarda mai una direzione troppo a lungo, cambia marciapiede due volte, entra in un bar e ne esce dal retro. È il suo modo di muoversi, sparire, respirare, confondere le tracce. In questa città fatta di vicoli umidi e di hotel dall’arredamento fané, ogni suo passo è già parte di un piano preciso.
In Nemico, riedizione del secondo capitolo della serie, Victor tornerà a essere il fulcro di un intrigo globale. Sicario di professione, uomo senza volto o, meglio, con i tanti volti quanti sono stati gli interventi chirurgici che l’hanno trasformato, vive secondo un rigorosissimo codice morale. Un tempo killer freelance, ora è costretto a lavorare per la CIA, vincolato da un patto che non può rompere.
Il nuovo incarico pare semplice ma solo in apparenza: tre nomi, tre obiettivi, tre colpi. Ma dietro ciascun bersaglio c’è un disegno più oscuro, una cospirazione internazionale in cui nessuno è veramente ciò che sembra, neppure i suoi stessi datori di lavoro.
Il filo conduttore della storia è il traffico d’armi: mafiosi russi, intermediari corrotti e agenzie governative che si muovono nell’ombra. La CIA intende impedire che certi commerci di morte vadano a buon fine, ma all’interno della stessa agenzia è in atto una spietata guerra sotterranea. Victor si troverà così a dover salvare oggi un uomo e poi ricevere qualche tempo dopo l’ordine di eliminarlo. Il doppio gioco per lui diventerà la norma, e l’unica regola è che non esistono vere regole.
Dopo Bucarest, lo scenario si sposterà a Mosca: viali immensi, palazzi che incombono come sentinelle di cemento, un freddo che taglia la pelle e sembra voler respingere chi passa. Ogni finestra potrebbe nascondere un fucile dotato di mirino, ogni passante potrebbe essere una spia. Victor procede con la sua paranoica metodica: taxi presi e lasciati dopo poche miglia, treni sui quali salire quasi al volo solo per scendere due fermate dopo, itinerari sempre spezzati in mille deviazioni.
L’ultima tappa invece sarà Washington, cuore del potere e dell’inganno. Dietro i vetri specchiati dei palazzi vengono decise operazioni che cancellano uomini dalla faccia della terra. E sarà proprio qui dove Victor si renderà conto che la CIA non è un gigantesco e solido monolite, ma un perverso sistema di opposti interessi, in cui si contrappongono di continuo propensione al tradimento e lotte intestine tanto feroci quanto invisibili.
In mezzo a questa rete di menzogne esiste Adrianna, una complice ma anche una donna che Victor ha scelto di proteggere, pur sapendo che ogni e qualunque legame è vulnerabilità. Non sarà una storia d’amore, la loro, ma un raro momento di relax in cui Victor trovato qualcosa o, meglio, qualcuno degno di essere difeso. Intorno a loro, tuttavia il cerchio comincia crudelmente a stringersi: squadre omicide, trafficanti d’armi e soprattutto agenti del Mossad pronti a tutto. Il pericolo incombe e Victor, il perfetto assassino, sta rischiando di trasformarsi in un perfetto bersaglio.
Wood padroneggia con bravura il ritmo narrativo, alternando scene d’azione serrate, sparatorie, combattimenti corpo a corpo e fughe a momenti di attesa e di preparazione che accrescono la suspence . Le minuziose descrizioni di armi e tecniche operative che ricordano Tom Clancy, non rallentano la narrazione. Le città attraversate dal protagonista diventano dei veri e propri personaggi: Bucarest, elegante trappola, Mosca, fortezza di ghiaccio e Washington, nido di vipere.
Victor è sempre un anti-eroe magnetico, il “cattivo affascinante” per eccellenza: privo di scrupoli, ma fedele alle proprie regole: tattico sopraffino, capace di rendere ogni omicidio un’operazione chirurgica e ogni sua fuga quasi un’opera d’arte. Dietro tanta freddezza, tuttavia Wood lascia intravedere un uomo consapevole del peso delle proprie scelte, e del prezzo umano e personale, che ognuna comporta.
Con le sue 544 pagine, Nemico è un thriller che non concede tregua. Il ritmo, inizialmente piuttosto controllato, cresce fino a diventare frenetico, trascinando il lettore in un susseguirsi di fragili alleanze, verità ribaltate e colpi di scena. Chi ha conosciuto Victor in Killer troverà qui un’espansione della sua leggenda, un secondo capitolo più ampio e complesso che conferma la forza di un personaggio destinato a lasciare il segno nel panorama internazionale.


