Se amate i romanzi concepiti come fossero dei copioni teatrali, dovreste leggere La furia di Alex Michaelides (Einaudi, maggio 2025), autore cipriota già noto per avere scritto La paziente silenziosa.
Si tratta di una storia in grado di spiazzare più volte il lettore e indurlo a ricominciare tutto da capo, perché niente è mai come sembra. La struttura è quella della tragedia greca, che monta e si gonfia quasi fosse una grossa onda sferzata dal vento. Progressivamente si carica e non può più essere arrestata, finché non si abbatte su ogni singolo personaggio, tanto da cambiarne il destino.
Lana Farrar è l’affascinate ex star del cinema che invita alcuni amici a trascorrere le vacanze di Pasqua su una piccola isola privata, di sua proprietà, situata nelle Cicladi. Mare e sole della Grecia, contro freddo e pioggia di Londra. Chi le direbbe di no?
Eppure dietro a queste persone, che si trovano a condividere l’esperienza, si nascondono dei retroscena dettati da aspettative e rancore, che non si possono prevedere. Tra loro avvengono continue scenate, così come scherzi che degenerano e portano a una perdita di controllo, col fine ultimo di un omicidio.
Sull’isola ci sono in tutto sette persone. Con Lana è presente il figlio adolescente Leo, il suo secondo marito Jason, la cara amica Kate, la domestica Agathi, l’aiutante tuttofare Nikos e il migliore amico Elliott, quest’ultimo sceneggiatore e narratore della storia. Ed è proprio Elliott un soggetto irritante ad arte, che chiama in causa di continuo il lettore e offre un racconto dove il punto di vista cambia consistenza, in base ai segreti che mano a mano decide di svelare. False piste e omissioni sono infatti frequenti, tanto che a chi legge pare di perdere a un certo punto la bussola. Ma è proprio la maestria dell’autore a portare a questo effetto, sino a far sì che non ci si possa fidare di nessuno.
“Quante sciocchezze sono state scritte sugli eventi di quella sera. Io li conosco di prima mano, i fatti. Ero lì. Sono il narratore e sono anche un personaggio della storia. Ma prima che ti lanci in ipotesi, sappi che questo non è un classico giallo dove il lettore è sfidato a scoprire il colpevole. Qui non interessa tanto chi, piuttosto il perché.”
Qualcuno muore per davvero, però la cosa bella è gustarsi i numerosi colpi di scena per arrivare all’identità della vittima, così come le modalità con cui avviene l’omicidio. Sarebbe un peccato infatti anticipare la questione: verrebbe meno il divertimento.
La furia è senza dubbio un romanzo avvincente, dove non ci si annoia neppure per un minuto. Che porta a riflettere sulle apparenze e quel che si crede di sapere. E sulle convinzioni che derivano da un “passaparola” che potremmo riportare anche nei fatti di cronaca nera attuali, così pericolose per la scoperta della verità perché prive di fondamento.
La prosa è evocativa, estremamente cinematografica. La traduzione di Manuela Francescon rende lineare il tutto, in un’opera dove si mettono in scena delle dinamiche in cui ci si può immedesimare. Amore non corrisposto; gelosie e invidie; passioni soffocate dalla paura di non farcela, sono solo alcuni dei temi trattati.
Un romanzo originale, diverso dalle solite indagini per omicidio che affollano le librerie. Dove a metterci la faccia sono i personaggi, attori sul palcoscenico della vita.