Antologia Big Mondadori nelle edicole e in ebook
Alzi la mano chi nel leggere il titolo di quest’antologia, E COSY SIA (Big Giallo Mondadori), non ha pensato a un errore di stampa, almeno per un momento e, magari, tra sé e sé avrà detto: “Certo che se pure alla Mondadori sbagliano a titolare, bene siamo messi”.
Eh sì, perché il Cosy crime non è che sia propriamente conosciutissimo in Italia, pur essendo un genere molto in voga nel Belpaese dove, accanto a professionisti dell’investigazione come commissari, ispettori, marescialli, sostituti procuratori, troviamo investigatori improbabili che indagano con testarda tenacia e abnegazione per soddisfare la propria innata curiosità e quella latente voglia di vederci chiaro e fare giustizia che vivacchia in ognuno di noi.
Da qui l’idea di quest’antologia curata da Barbara Perna, mamma di Annabella Abbondante, irresistibile protagonista dei suoi romanzi, che nel firmare la propria introduzione, L’irresistibile leggerezza del Cosy crime, ci confessa candidamente di avere tirato un grosso sospiro di sollievo quando ha scoperto di essere una cosy crimer, una scrittrice cioè che, pur distaccandosi dai canoni classici del giallo, nei suoi romanzi non rinuncia all’indagine, ma la stessa si svolge facendo affiorare il sorriso sulle labbra dei lettori. Ed ecco allora le nostre solari location di provincia, situazioni familiari controverse, personaggi sui generis, dialoghi surreali e tanto buon cibo della tradizione regionale dalle Alpi al Platani, che accompagnano ogni racconto. E di sorrisi invero ne affiorano davvero tanti nel godersi i racconti di E COSY SIA conditi da tanta buona scrittura ironica e trame gustosissime, un’antologia all’insegna della leggerezza che non inficia certo la qualità, e che ci porta in giro per l’Italia e ci fa conoscere personaggi memorabili con cui ci piacerebbe fermarci a chiacchierare, ma non per troppo tempo, giusto qualche minuto, per evitare di correre il rischio di…morire dal ridere. O di qualche altro accidente. Ché a stare troppo con loro non si sa mai in che guai ci si può cacciare.
I dodici racconti, diversi e coinvolgenti, profondi nelle loro apparente leggerezza, frizzanti, divertenti e finanche dissacranti, sono introdotti da una breve intervista dell’autore, curata dal collega autore del racconto precedente. Anche questo un modo cosy di presentare ai lettori gli scrittori e i loro personaggi.
E COSY SIA si apre con la prefazione di Alice Basso, un vero e proprio Piccolo manuale di sopravvivenza per amanti del Cosy crime.
E conosciamola allora questa magnifica dozzina di penne italiche e immergiamoci nei loro racconti.
Ve ne accenno la trama saltando da un racconto all’altro, per come li ho letti, senza un ordine preciso, ma andando a caso, per gustarli uno alla volta, senza alcun vincolo di continuità.
Ho cominciato con All inclusive di Cristina Aicardi e Ferdinando Pastori. I due autori ci portano in crociera nell’Adriatico in compagnia di BB, che non sta per la mitica Brigitte Bardot ma per Bea Blasco, biondissima killer professionista che si imbarca in compagnia del figlio per portare un saluto mortale a un cummenda fin troppo bon viveur. Ricca di charme com’è però BB attirerà su di sé l’attenzione di un cicisbeo, un terzo incomodo con cui non aveva fatto i conti, ma, come si suol dire, buon sangue non mente e ogni impedimento troverà soluzione. Definitiva.
Lasciato l’Adriatico e le sue coste, eccoci immersi nel traffico di Roma, col racconto Morte a km zero di Nora Venturini. Alla guida del taxi Siena 23 troviamo Debora Camilli, tassista per necessità e sbirra mancata, che accompagna negli studi Rai il noto Chef Drago, i cui video su You tube sono seguitissimi. Idolo di mamma Marina, Debora ottiene di poter pranzare nella tenuta di Chef Drago dove si cucinano prodotti a km zero, ma quando il noto chef morirà all’improvviso, Camilla non crede neppure per un momento al malore per cause naturali, specie dopo quello che ha visto e sentito in quella tenuta.
Da una tavola all’altra, da Roma a Napoli, ecco Cozze amare di Barbara Perna, con l’avvocatessa Amalia Carotenuto che ormai non esercita più ma viene lo stesso svegliata dopo mezzanotte da una telefonata che le arriva dal carcere di Poggioreale. Le viene chiesto di recarsi con urgenza al ristorante Antica Trattoria dell’Angelo, dove è stato commesso un omicidio dal figlio di un boss. A richiedere la sua presenza è proprio il boss incarcerato, Vito Sant’Anna, e non si tratta di un invito. Irresistibili i dialoghi tra Lia e la sua amica svampita Cetta, ovvero la principessa Crocetta Caracciolo coniugata Montefusco, attrice di teatro.
Da una cena al ristorante al pranzo di Natale i cui preparativi cominciano due giorni prima col racconto Il Gatto, l’Astice e il Cammello di Valeria Corciolani. Conosciamo dunque il gatto obeso Nerouolf, le anziane ma gagliarde sorelle Elvira e Luigina, comproprietarie della Ditta Podestà fu Pietro – Ardesie e pietre artistiche dal 1910, fondata dal bisnonno al ritorno dal Sudamerica. Una proprietà che il nipote, Stefano, figlio del loro defunto fratello, rischia di mandare in rovina e vendere ai cinesi, tant’è che si è incravattato con l’Astice, uno strozzino che pretende indietro il capitale prestato, coi dovuti interessi.
Torniamo dalle parti di Napoli col racconto Il pescatore, il professore e la cana jatta di Patrizia Rinaldi che si apre con una calzante frase di Gesualdo Bufalino: Quanti cittadini sarebbero rimasti cittadini perbene se non avessero avuto una domenica libera. Il pescatore, detto Faccia Storta, ha 57 anni e vive dietro Posillipo, pesca col suo gozzo sorrentino, guadagna il giusto e acconcia le cose della vita da quando s’è fatto la fama di sapere vedere oltre. In quest’attività gli dà una mano la jatta che lui ha salvato da teppisti che volevano crocifiggerla, per poi scoprire che non era una jatta ma una cagnetta, seppure minuta e brutta assai. Un giorno da Faccia Storta si presenta un professore di filosofia che ha perso l’amore della vita e sta inguaiato.
Dal golfo di Napoli al golfo di Catania, nel quartiere a luci rosse di San Berillo negli anni ’60, con Peri Peri di Maria Elisa Aloisi, racconto liberamente ispirato a una storia vera. Cosimo, detto Peri Peri, che per i non siciliani significa uno che si vede sempre in giro (piedi piedi), figlio di Dora, tenutaria di un bordello, viene ritrovato assassinato con un colpo di pistola in testa da Ossidiana, una giovane ladra con cui è cresciuto insieme. Ma Peri Peri è un tipo che piace e così le puttane di San Berillo, aizzate da Grazia la Bionda, a cui aveva dato una ripassata, decidono di scioperare finché non si troverà chi ha ammazzato Cosimo. Niente marchette per i clienti, né semplice, né doppia né per l’intera nottata. E colpo di scena finale per i lettori.
Dai bollori etnei ai boulevard francesi con Ultima cena a Parigi di Francois Morlupi. Colette Dulin, lieutenant, viene svegliata in piena notte. Un uomo è stato accoltellato. Si tratta di un rital, cioè persona di origine italiana, che a Parigi costituisce la comunità europea più numerosa della città, con oltre cinquantamila persone. Simone Righi, geologo trentacinquenne da anni residente a Parigi, indossava una tuta gialla sotto un elegante giubbotto. Il suo cadavere lo ha scoperto una coppia che tornava da uno spettacolo al teatro degli Champs-Elysées e la sua morte nasconde più di un mistero.
Dal freddo parigino si torna sui litorali assolati della penisola, in Puglia, e precisamente a Bisceglie (in provincia di Barletta-Andria-Trani) con Il mostro del Pantano di Paolo Regina. Il capitano delle Fiamme Gialle, Gaetano De Nittis è in compagnia della sua compagna, la sanguigna siciliana Rosa Serrani che ha conosciuto a Ferrara e, insieme, stanno assistendo ai giochi d’artificio al porto. A spettacolo concluso incontrano il farmacista Peppino Gentile, che conosce il capitano da tempo. Un incontro casuale che sembrava dovesse finire lì, ma il giorno appresso il farmacista si presenta trafelato al B&B dove alloggia Nitti, e per il capitano la vacanza finirà presto.
Spostandoci nella capitale lombarda ci gustiamo Il caso è risotto/Il giallo del risotto giallo di Lucia Tilde Ingrosso. Vittoria, detta Vicky, ha ricevuto un invito a cena da suo padre, Aldo, donnaiolo incallito e padre perennemente assente. Ma con lei sono state invitate anche le altre donne che in un modo o nell’altro hanno avuto un ruolo nella vita di Aldo. Seppure ancora in forma, capelli candidi lunghi sul collo e camicia di lino, Aldo comunica ai suoi ospiti che gli è stato diagnosticato un cancro che potrebbe curare, perdendo però la virilità, perciò preferisce uscire di scena sentendosi ancora uomo. E ha scelto un modo molto originale per farlo.
Restando sempre da quelle parti ecco Cuore di mamma di Alice Basso. Donna Evelina è morta per cause naturali in tarda età e ha lasciato due figlie ormai grandi, Cristiana sposata con un deputato, e Benedetta, l’artista di casa. Ricca vedova di un imprenditore fatto da sé, per tutti Adelina era una donna di altri tempi, sorella maggiore di Prisca, poi emigrata in Sudamerica, e moglie devota di un uomo che aveva amato e nutrito cucinando per lui piatti speciali, a cominciare dalla sua leggendaria parta a forno. La sorpresa sulla vera personalità di Evelina arriva quando le due figlie vengono convocate dal notaio, solo loro due, per ascoltare il testamento che mamma Evelina ha lasciato. E se il cuore di una donna custodisce più segreti del fondo dell’oceano, anche il cuore di Evelina non farà eccezione.
Torniamo nel cuore di Napoli coi protagonisti dei romanzi di Serena Venditto che ritroviamo nel racconto La dieta è un delitto. Ed ecco quindi Ariel Hamilton, traduttrice italoamericana di romanzi brutti assai e lontani epigoni dei best seller che vendono un botto. Ariel vive in un vicoletto del centro antico di Napoli col fidanzato Samuel, sardo-nigeriano, con Malù, archeologa molisana e appassionata giallista con la faccia di Scarlett Johansson, e con Kobe, sgrammaticato musicista giapponese. Con loro ci sta anche il gatto Mycroft, occhi verdi e pelo nerissimo. Ariel ha deciso di mettersi a dieta, ma ci sono anche cibi indigesti e quando ci scapperà una vittima entrerà in scena anche il commissario Timoteo De Iuliis.
Questo lungo excursus col Cosy crime si conclude a Genova col racconto Vertigine di Antonio Paolacci e Paola Ronco. È un lunedì mattina e Jolanda Trevi, receptionist del Bristol Palace Hotel, è riuscita a timbrare il cartellino appena in tempo per evitare una decurtazione sullo stipendio, ma la mattina cominciata storta è destinata a finire peggio e mezz’ora dopo davanti a lei precipita dalla tromba delle scale un tipo in pigiama e ciabatte, ma non è un cliente del lussuoso Bristol. Spetterà dunque al vicequestore aggiunto Paolo Nigra, reduce da una cena a Torino e in viaggio con TreniItalia verso il capoluogo ligure, risolvere il mistero dello sconosciuto ospite del Bristol.