È un’indagine che gira intorno alla paura l’ultimo caso del tuo Soneri. Paure reali, immaginate, inconsce, a conti fatti tutti in un certo senso hanno paura. E a Montepiano la notte, il bosco, l’urlo lontano dei lupi è chiaro che richiamano ataviche angosce. Favole antiche, paganeggianti. Quanto secondo te la fantasia può prevaricare il mondo reale?
“La fantasia incide sempre tanto, ma deve essere scatenata da qualche fatto accaduto e che minaccia di accadere. Nel caso del mio libro, c’è il timore di un assassino che gira indisturbato a suscitare tensione e paura. Quest’ultima scoperchia un fondale di un’altra paura, quella esistenziale che ci portiamo dentro per effetto della crisi economica, ma soprattutto di una crisi ideale che ha tolto dalla nostra vita la speranza, sia essa nel progetto sociale e politico, sia quella esistenziale sul senso del nostro stare al mondo. Da ultimo, in questo paese montano, riemergono le antiche credenze ugualmente paurose. Quelle nelle creature a cui si dava la responsabilità di ciò che non sapevamo spiegare razionalmente: il Folletto, il Baffardello, le voci e le luci misteriose”.
Viviamo in una società che si crogiola nella paura ma stranamente, anche a detta di chi sa, pare che l’era attuale sia una delle più sicure della storia, con la violenza costantemente in calo. E allora cos’è secondo te che fa travisare la verità?
“E’ vero che questi anni sono quelli in cui i reati più gravi, gli omicidi, i sequestri, le rapine, sono in calo, ma è altrettanto vero che crescono i reati di minore entità, eppure ugualmente responsabili di paura come i furti in appartamento, gli scippi, le rapine per strada, i furti in generale e le aggressioni. Molti dei reati “minori” sono stati depenalizzati e questo fa dire ai questori che la malavita è in calo. In realtà non è esattamente così. Inoltre, se anche dessimo per scontato un calo, i timori arrivano da altre fonti. Pensiamo solo alla crisi economica e al progressivo cambiamento climatico o alla deriva della manutenzione del suolo che a ogni pioggia provoca morti”.
Perché hai scelto di ispirarti alla lunga e infruttuosa caccia al bandito Igor che per settimane ha tenuto le scene dei media scuotendo gli italiani?
“I fatti di cronaca sono spesso emblematici del nostro vivere e Igor lo è doppiamente. Da una parte denuncia l’inefficienza delle nostre istituzioni (era in carcere sotto falso nome), dall’altra il suo aleggiare ha messo in moto ciò di cui si parlava in fatto di paura. Un assassino che aleggia e non si vede fa più paura di un pericolo che si manifesta, pur nella sua violenza”
Gli allarmi dappertutto e le inferriate. Le case vengono trasformate in fortini protetti. La diffidenza che ci fa guardare di traverso magari anche l’amico, il vicino. E se per caso qualcuno passa per strada, viene seguito con sospetto dalla finestre delle abitazioni. Ma l’Italia attuale, troppo spesso evocata e sbandierata da alcuni politici è proprio così?
“Forse no, ma sta diventando così anche per effetto di chi sfrutta la paura e i timori per accumulare consenso. Aumentare il clima di paura e poi fornire le ricette facili per risolvere questo timore è una vecchia strategia che in Italia abbiamo già conosciuto. In fondo non era lo stesso con la ‘strategia della tensione’ negli anni dal ’69 fino all’80? Mettiamo le bombe, accusiamo le forze eversive e in questo modo siamo autorizzati a creare misure sempre più liberticide. Solo che nel caso dei anni recenti, la strategia della tensione s’è creata da sé per noncuranza, per un colpevole laissez-faire anche della sinistra, la quale non si è accorta che il clima di insicurezza montante generava una voglia di destra. Come Berlusconi negava la crisi, la sinistra ha ignorato il problema della sicurezza portando acqua a un multiforme fascismo strisciante”.
O invece cosa a tuo vedere si dovrebbe fare per riacquistare la propria libertà mentale e fisica?
“La conoscenza dei fatti, l’informazione, la cultura sono dei formidabili antidoti. Non a caso le destre detestano tutte queste cose. Inoltre sarebbe ora di riaffermare le regole della convivenza come avviene in tutte le democrazie moderne. Noi abbiamo apparati repressivi e leggi così blande che i malavitosi di tutti i Paesi vengono a delinquere in Italia. La democrazia è una forma di governo che presuppone più di altre il rispetto delle regole che si è data col consenso libero dei cittadini. Senza una adeguata etica, la democrazia muore. Ciò vale per il piccolo mariuolo che per il grande ladrone multinazionale”.
Un contesto politico italiano, in cui il Pd e la sinistra sono scomparsi, crollando anche nelle roccaforti rosse. Pensi che quello che forse è stato visto come un eccesso di garantismo, il voler concedere alla gente troppa libertà di pensiero, abbia provocato quasi una generale ubriacatura vista come pericolosa dalla massa e da ridimensionare a ogni costo?
“Non si tratta di libertà di pensiero, ma di condizioni di vita materiale. Se ti rubano in casa, se vieni minacciato, se sotto casa tua spacciano droga, se devi sottostare ai bulletti prepotenti, prima o poi la gente cerca soluzioni forti. Ce lo ha insegnato Hobbes quando teorizzava il ricorso all’assolutismo come rimedio alla guerra di tutti contro tutti. A un certo punto, se sei insicuro in ogni luogo, non importa se lo sei realmente, importa se lo percepisci soltanto, allora invochi qualcuno che stabilisca una legge uguale per tutti e che detti le regole di comportamento. E’ una dinamica umana e storica. Se poi il cittadino di sinistra vessato dalla piccola-grande malavita, si sente dire da pseudo intellettuali salottieri vestali del pensiero corretto, che la sua paura non è reale e che i suoi ragionamenti sono fuori luogo, la reazione è quella di votare per la destra com’è capitato nei quartieri periferici anche di città a tradizione ex comunista come Bologna”.
Il Labour Party inglese, si afferma oggi come una grande forza politica moderata di sinistra. In Italia i partiti della sinistra si leccano le ferite in ordine sparso. Intravedi un futuro, insomma, una qualunque possibile strada per ridare in Italia fiato alle idee progressiste?
“Valutando lo stato delle cose oggi, il Labour inglese di Corbin è un partito di estrema sinistra visto che la sinistra italiana ha praticato una politica di destra. Corbin ha dimostrato, come Mélenchon in Francia, che ritornando a occuparsi dei problemi dei più disagiati e delle classi lavoratrici, il consenso riprende. Basta riallacciarsi al patrimonio ideale della sinistra. Basterebbe rinverdire la cara e vecchia socialdemocrazia senza abbandonarsi come neofiti entusiasti al liberismo economico che ci ha portato in disgrazia. Purtroppo la sinistra italiana ha abbracciato le idee del nemico storico”.
Visto dall’esterno il clima politico italiano pare un’arena della corrida in cui vince chi riesce a mettere in pista il “toro” più grosso e più feroce. C’è parecchia approssimazione in giro che, fomentata in un continuo clima di paura, diventa terreno fertile per messaggi d’aggressione e odio, amplificati dai media e dai social, in grado di sfondare dappertutto e senza remore. Però per ora, a giudicare dai sondaggi l’atteggiamento adottato paga e alla grande. A tuo vedere il sistema scelto da questo governo funzionerà e per quanto?
“Diciamo che la politica vera oggi è assente, in quanto non ci sono idee, ma solo partiti cangianti e senza scheletro che un giorno dicono una cosa e l’altro la smentiscono. La Lega diceva che il Vesuvio doveva bruciare Napoli e adesso blandisce il sud, i grillini gridavano onestà e poi promuovono i condoni che bastonano gli onesti per favorire i ladri. A questo si aggiunga l’incompetenza imbarazzante e l’ignoranza crassa che alberga in individui di così basso livello da essere imbarazzanti persino in una riunione di condominio. Fare promesse e appoggiare chiunque protesti o assicurare cure draconiane ai problemi è molto facile quando si è all’opposizione, ma quando si governa e si ha a che fare con la realtà tutto è ben diverso. A Parma, prima città a governo grillino, il copione s’è visto bene. Avrebbero dovuto smontare l’inceneritore già costruito ma poi Pizzarotti ha impattato con la durezza amministrativa e ha cambiato idea. Questo gli è costato l’espulsione, ma credo che anche questa gente alla fine si sbriciolerà. Il guaio è che accadrà quando l’Italia sarà sfasciata e a pezzi”.
Nel tuo libro, siamo in zona di cacce e quindi la maggior parte dei personaggi possiedono e sanno usare un’arma. Ma di solito altrove non è così. Di recente i media hanno parlato di un crudele attacco contro una famiglia indifesa nel Lazio. Credi che l’attuale richiesta di una maggiore liberalizzazione nel possesso delle armi da difesa possa in un certo senso servire a tranquillizzare gli animi? O lo ritieni pericoloso?
“Pericolosissimo. La diffusione delle armi non potrà che portare a una recrudescenza degli omicidi. Pensiamo solo alle liti tra vicini. Negli Usa si sta facendo una campagna contro l’uso delle armi e noi vorremmo diffonderle. Un altro aspetto dell’incompetenza di questa gente”.
Grazie Valerio, buon lavoro e a prestissimo spero.
Qui la nostra recensione a La paura nell’anima
Valerio Varesi sarà tra gli ospiti di Paura sotto la pelle 2. Brividi nelle parole e nelle immagini.
Bologna 29/30 novembre ore 10.00 e 14.30, Aula magna Giovanni Pascoli e aula Forti -Via Zamboni 32-BO
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