Torna in libreria Paolo Pinna Perpaglia con un terzo thriller in salsa sarda. Le sfumature da giallo classico leggero che avevano privilegiato il primo romanzo dell’autore, già diluite nel secondo, assumono tinte ben più forti nel terzo si trasformano in un narrare preciso, netto ma dal gusto intenso e amaro. Sapore forte che pare sia una della principali caratteristiche della sua terra, fatta di gente dura di scorza, tutta di un pezzo con uno strano e omertoso senso dell’onore riconducibile a leggi non scritte. Particolare caratteristica dei Sardi e della Sardegna, che salta all’occhio attraverso anni e anni di tradizione e che arricchisce il romanzo di vera e tangibile umanità. Stavolta l’autore sceglie di esautorare la parte legale e l’intervento delle forze dell’ordine da gran parte della narrazione, concedendo maggior spazio all’ambiente, e attribuendo maggior valore alle locali gerarchie e a un certo tipo di atavica mentalità della sua terra. Si serve con disinvoltura della cruda realtà dei fatti e, spiegandoci alcune psicologiche motivazioni dei suoi personaggi, riesce a farci provare per loro un’empatia che va ben oltre la giustizia. Insomma, persino a farci accettare che diventi “giusto”, quello che si fa perché si “deve” fare di fronte a un torto troppo grande. Due anni prima Borore, paesino rurale della Sardegna quasi ai confini del mondo civilizzato, è stato scosso da quattro spietati e brutali omicidi. Allora prima indiziato, accusato, fuggito, diventato un latitante, poi condannato in contumacia all’ergastolo e infine ricercato in tutta l’isola era stato il diciottenne Roberto Cherchi, conosciuto nel precedente romanzo di Pinna Perpaglia: Quasi innocente. Roberto Cerchi un ragazzo che per cavalleria, pur innocente, si era accollato quattro omicidi. Oggi, quasi ventenne, dopo aver miracolosamente trovato lavoro presso un vecchio pastore di Osidda, scopre leggendo il giornale che la Sardegna sembra di essere tornata indietro nel tempo, alla peggiore epoca in cui l’isola era terrorizzata da rapimenti e delitti. Infatti Aureli Sindi, figlio di un noto imprenditore milanese miliardario è stato rapito in Costa Smeralda e l’avvocato Antonella Demelas, alla quale due anni prima i genitori avevano affidata la sua difesa, coinvolta in un nuovo impegno professionale è stata ferita in un barbaro agguato ed è in coma, in terapia intensiva dell’ospedale Brotzu di Cagliari. Il suo codice d’onore di Roberto Serchi gli impone di trovare il responsabile e punirlo . Un sentimento di profonda gratitudine, infatti, lo lega alla donna e la sua volontà di vendetta è così forte che non pensa ai rischi di rimettersi in gioco. Altrettanto si rende conto che da solo e senza esporsi troppo non può riuscire. Non gli resta che chiedere l’appoggio a Barore Cannas di Mamoiada, anziano allevatore, autorità locale riconosciuta, uomo che oltre a controllare il territorio tra il Nuorese e l’Ogliastra, è arrivato a spingere i suoi tentacoli di potere fino a Roma. Epperò in cambio del suo aiuto, Barore gli chiederà di ritrovare le tracce dei rapitori che, sequestrando il figlio del miliardario milanese senza il suo permesso, oltre a offenderlo personalmente stanno sconvolgendo gli equilibri legati agli investitori internazionali sull’isola. Di nuovo, come nei precedenti romanzi di Pinna Parpaglia, due e più storie si intrecciano legate tra loro e di nuovo i passati torti, che non si possono dimenticare, presentano i conti. La caccia all’uomo quella che impegnerà Roberto Cherchi, si legherà a una minuziosa vendetta in cui, sfruttando la sua grande conoscenza del territorio e il suo fiuto quasi animalesco, saprà trovare tracce dei rapitori, ed evitare di farsi arrestare dalla polizia per riuscire a fare la sua giustizia. Ancora una volta Paolo Pinna Parpaglia ho ricostruito con affetto filiale i gesti, la mentalità e i “sapori”, in senso lato, della Sardegna. E della Sardegna e della sua gente, ha tracciato un colorito ritratto parlante che riflette i personaggi del suo libro: fieri, aspri, forti, silenziosi, tenacemente legati alle proprie radici, ad ataviche consuetudini e restii verso quei forestieri che di loro sanno poco o nulla e forse non potranno mai capire.
Vendetta privata – Paolo Pinna Parpaglia
Patrizia Debicke