C’è un treno che oltrepassa il confine e che da Tallin porta in Russia e viceversa. Una tratta frequentata da pochi passeggeri e tra quei pochi, la maggioranza ha qualcosa da nascondere. Igor Semenov è uno di questi e viene trovato morto, avvelenato dalla cicuta occultata in una bottiglia di liquore.
Marko Kurismaa, alla sua prima indagine di quella che sarà il preludio di una saga di successo, è il protagonista di questa intricata indagine che ha il confine come tema di fondo. Un confine più volte oltrepassato dalla brutalità umana e da piani segreti che non contemplano la pietà per la perdita di centinaia di vite (il naufragio del traghetto Estonia, fatto realmente accaduto e per questo ancora più doloroso).
E’ il confine dato dalla narcolessia contro la quale questo impavido poliziotto è costretto a combattere “…Era come un nemico che colpiva alle spalle, un nemico che ogni notte lui aspettava inutilmente, disteso nel letto, e che ogni giorno arrivava nei momenti meno opportuni: nel pieno di una riunione, a metà di una seduta di tiro al poligono, in auto…”. E’ il confine della sua relazione con Kristina che deve rimanere segreta agli occhi dei colleghi. E’ il confine che per entrambi i poliziotti, scava in un passato dove la brutalità dei servizi segreti sovietici li aveva costretti.
Sullo sfondo Tallin, con la sua bellezza stordente, con la sua storia travagliata, con i suoi paesaggi e un clima che non permette errori “…Quando anche la neve si spense, il mondo davanti alla Zhiguli si ridusse al tunnel luminoso creato dagli abbaglianti: venti, trenta metri di realtà e il nulla intorno, dato che solo un’irragionevole dose di fiducia poteva far credere che le betulle, le linci, le volpi e ogni altra cosa fossero rimaste al loro posto, invece di scomparire assieme al giorno stesso…”
Un giallo che ogni amante del genere dovrebbe custodire gelosamente nella propria libreria, perché le pagine scorrono veloci al ritmo delle vite che lo popolano e che nasconde un’ulteriore mistero: chi si cela dietro allo pseudonimo di Arno Saar?
La risposta è semplice: un grande autore, indubbiamente.
Un treno per Tallin
Marco Zanoni