Ancora intrighi e delitti per il sesto romanzo della serie che vede come protagonista il commissario Mancuso della sezione omicidi di Palermo. Risale in scena il personaggio cult di Barbieri che, ormai, parrebbe stabilmente ed emotivamente accasato con la Giusi. Già proprio lei, la figlia della signora che abita sotto casa sua, che si è rivelata bella, simpatica, intelligente e più…
È davvero tutto fuori dal comune in questo nuovo thriller di Carlo Barbieri, che coinvolge e intriga fin dalle prime pagine. Ebbene sì, perché ci mette subito di fronte a un inspiegabile delitto “eccellente”. Insomma l’onorevole Ribera è stato ritrovato assassinato dalla cameriera e dal giardiniere nella sua splendida villa liberty di Mondello . Politico di punta in cinquant’anni da quando era arrivato a Palermo con le pezze al sedere da un paesino dell’entroterra, si era laureato e da là il via. Aveva gagliardamente e rapidamente scalato tutti i gradini del potere e oggi approdato alla settantina si trovava in cima alla piramide siciliana. Il cadavere è stato rinvenuto “al centro della grande sala dal pavimento a scacchi bianchi e neri, supino e col capo reclinato sulla spalla destra, di traverso su un grande tappeto orientale”. Il medico legale, la dottoressa Martorana, è gia all’opera. Ribera che è stato ucciso con un colpo di pistola al cuore, probabilmente con una calibro 9, è stato stranamente marchiato in fronte da tre forellini posti a distanza di circa centimetri l’uno dall’altro. Ah altra stranezza appoggiato al corpo un foglio di carta con sopra scritto al computer : “dove non arriva la giustizia arriva la Faina” e ben visibili i tre puntini come quelli sulla fronte del morto. Un simbolo dunque il Tre e il nome Faina a mo’ di firma dell’esecutore.
Una faccenda talmente astrusa, complicata e innaturale da costringere la “prefettessa”, accelerando e dribblandotutte le complesse vie burocratiche, a impiegare contemporaneamente due forze d’ordine a sua disposizione e dunque polizia e carabinieri. Ragion per cui la coppia investigativa messa insieme per far fronte all’eccezionale situazione sarà composta da Francesco Mancuso commissario palermitano della Omicidi e da Fabio Trevisan, aitante tenente dei carabinieri triestino.
La vittima non era certo un fiorellino di campo, aveva diversi nemici, aveva divorziato due volte, aveva una spiccata predilezioni per la carne fresca delle diciottenni e sniffava allegramente cocaina. Insomma come movente per l’assassinio dell’onorevole ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta se non per il fatto che Mancuso ha già per le mani un altro cadavere, di uno sporco personaggio, condannato per pedofilia e ucciso nello stesso modo con i tre buchetti sulla fronte e in tasca un identico biglietto, ritrovato il mese prima tra Gele e Licata sulla spiaggia sotto il castello di Falconara. Ma salterà fuori presto un altro malconcio cadavere nell’area sacra dell’Argimusco, preistorica Città delle Tholos di Montalbano Elicona, facendo salire a tre i delitti commessi dalla sconosciuta Faina, tutti con le stesse modalità. Cosa vorrà mai dire l’ossessivo riferimento a questo benedetto numero 3 che peggio di un macabro filo conduttore rosso sangue che ricorre per tutta la trama.? Cosa mai legava le vittime i cui cadaveri sono stati ritrovati in luoghi tutti in qualche modo collegabili a una misteriosa e sconosciuta Sicilia esoterica? Chi potrebbero mai essere i criminali che hanno commesso gli omicidi? Membri di un’antica setta forse? Insomma, gatta ci cova. La faccenda si fa sempre complicata tanto da non far quasi dormire i poveri Mancuso e Trevisan costantemente pungolati dai superiori, costretti a far fronte a una situazione da paura e all’assalto della stampa. Per fortuna possono ancora contare sulla semicomplicità del sostituto procuratore Sgroi con cui vige sempre il patto di ferro di vivi e lascia vivere. E tuttavia ci vorrebbe un quid per sbloccare una situazione e smettere di andare in giro a vuoto. E come se non bastasse, a complicare la loro indagine ci sarà anche l’atipico sequestro di un cassiere mafioso, la scomparsa forse rituale di un antico teschio, annunciata dal vecchio amico padre cappuccino, guardiano della Cripta dei morti.. Possibile che tutto faccia parte dello stesso perverso indovinello?
Sempre godibili le comparsate dell’equipe del Bar Marocco con i suoi irrinunciabili iris farciti di ricotta, di Calascibetta, centralinista, “gazzettino” del commissariato, di Tronchina, la spalla autista di Mancuso, al quale si unisce il team del tenente Trevisan e del suo so tutto Ballarin che addirittura fa parte di una specie di club di centralinisti di tutte le forze dell’ordine, dalla polizia ai carabinieri, dalla finanza alla forestale. Una perfetta rete di informazioni e pettegolezzi che funziona a meraviglia, riportando subito le novità e dando il termometro della situazione . Meglio insomma di una centrale spionistica. E per fortuna che i nostri due investigatoti sono corroborati, sia per il morale che e nell’indagine dall’affettuosa compagnia della bella commissaria Agata Nicotra, Trevisan e dall’impagabile Susy, il nostro Francesco Mancuso. Ma purtroppo il tempo che stringe e la misteriosa setta da fermare non consentiranno a Mancuso di dedicarsi alla sua ormai consueta ricerca/ scoperta di nuovi e sconosciuti particolari sulla facciata della cattedrale.
Suspence, sentimento e umorismo, affollano questo nuovo caso giallo di Barbieri che ci regala stavolta il commissario Mancuso in un’azzeccata accoppiata vincente con il tenente Fabio Trevisan . I due indagando spalla a spalla sapranno trovare l’astruso bandolo della matassa fino a giungere alla pericolosamente tesa e mirabolante conclusione… Che poi per forza non poteva essere solo una, ma TRE.
Ancora una volta a far da palcoscenico alla trama una favolosa Palermo, una città dalle mille sfaccettature che virano dal degrado e dallo storico abbandono di alcuni quartieri ai monumentali squarci millenari di straordinaria bellezza. Una città viva, palpabile che trabocca di personaggi e particolari, pennellata con affettuosa accortezza da Carlo Barbieri.
Tre – Carlo Barbieri
Patrizia Debicke