Pierpaolo, ingenuo e mammone giornalista romagnolo, viene inviato a Miami per scrivere un articolo di colore sulle differenze fra la Florida e la riviera romagnola: finirà coinvolto suo malgrado in un’intricatissima vicenda che ha ad oggetto un elisir di lunga vita distillato da una setta cinese in una fabbrica di salumi di Shangai.
A Miami il povero Pierpaolo si troverà così circondato da una quantità pressoché innumerevole di personaggi: faccendieri italiani, donne bellissime di questa e dell’altra sponda, spietati killer cinesi, un sacerdote demoniaco, agenti segreti, mafiosi cubani e chi più ne ha più ne metta. Fino alla sarabanda finale nell’inevitabile festino delirante molto “Hollywood Party”.
Ricorda un po’ “Questo pazzo pazzo pazzo mondo” – il film con Spencer Tracy ambientato in California – questo libro scritto a due mani da Patrick Fogli e dal cabarettista romagnolo Paolo Cevoli, nel quale tutti combattono contro tutti per recuperare un tesoro inestimabile. Anche l’idea di immergere un “Candido” romagnolo nella moderna Babilonia americana non era originale, ma avrebbe potuto funzionare. Invece il romanzo, che vorrebbe essere ridanciano e frenetico come una commedia slapstick, è solamente sovraccarico e fa sorridere di rado.
Bisogna dire che il protagonista è simpatico e suscita l’identificazione, e il libro, nonostante brulichi di gnocca come promesso dal risvolto di copertina, è tutt’altro che greve. Però le parti comiche sono esasperate più che divertenti, certe scene sono solo stupide invece che demenziali, i personaggi sono troppi, gli episodi, ripetitivi, e si confondono gli uni con gli altri. Insomma, alla fine non se ne può proprio più. E la domanda è, ma chi gliel’ha fatto fare, a Patrick Fogli?
Si vive solo 200 volte
donatella capizzi