Un felice ritorno di Scatole Siamesi ( Nord 2002) con un editing attualizzato, nella collana di fantascienza Mosaik.
2058, Tokyo: Ariwara, grande capo mondiale delle Yakuza, affida un compito importante al suo pupillo e probabile successore Tanaka Koburo. Teme la minaccia di qualcosa di talmente pericoloso da costringerli a rinunciare ai loro affari sugli stupefacenti. Bisogna porvi rimedio!
Lo scenario cambia: Bangkok, il villaggio delle prugne selvatiche…
Khong sat significa tra le altre cose ” pelo”. E Khong è il soprannome che svela il sangue misto di Kuldilok Jasai, mercenario, ex-ufficiale dei corpi speciali thailandesi, trasmigrato quasi per forza nei panni di un ispettore della polizia cittadina. Nuove regole, altre abitudini. Un tessuto di giustizia, farcito di piccoli compromessi che lo portano a considerarsi solo moderatamente corrotto.
Quel tanto da sopravvivere benino, ma anche da consentirgli spazi e permessi ben retribuiti per fare la guida turistica per gli stranieri. Per lui, che ama il suo paese, è facile andare in giro a mostrare il volto più bello e sconosciuto della Thailandia e, quando un gruppo di cinque viaggiatori, quattro americani e un astraliano offre una buona paga, accetta.
Non può certo immaginare che quello che sembrava un normale tour sia destinato a trasformarsi in un susseguirsi di scontri all’ultimo sangue, in una caccia mortale per scoprire il segreto del misterioso Fattore Freedom.
Suo malgrado Kuldilok verrà coinvolto in una guerra spietata tra multinazionali del crimine concorrenti e servizi segreti altrettanto in lotta tra loro.
Con un continua escalation di violenza, tra rivelazioni di agenti doppi e tripli, di incredibili legami familiari, di straordinari poteri e reconditi sentimenti, tutte le domande sono destinate ad avere una risposta. Ma anche se nulla potrà essere come prima, il passato può tornare con gli occhi di una bambina.
