In questo nuovo libro di Del Greco e Lugli si narrano le vicende del massacro del Circeo, ma non solo quelle.
Gli autori hanno ricreato tutto lo sfondo su cui si muovono i 3 assassini (i nomi di tutti i personaggi veri sono modificati). Leggendo scopriamo infatti la temperie socio-culturale in cui si fronteggiano i vari gruppi di estrema destra ed estrema sinistra di quell’epoca.
Il primo a farne le spese è uno dei protagonisti del libro, Fortunato Achei, vicequestore, colpito da un sampietrino sulla spalla durante degli scontri. Una ferita che si porterà dietro tutta la vita, con un dolore a intermittenza. E Fortunato Achei non sa che è stato proprio uno dei protagonisti dei fatti del Circeo a colpirlo.
Dopo averci rappresentato i manifestanti di destra e di sinistra che si fronteggiano, gli autori si soffermano sui tre amici che si macchieranno di uno dei più efferati crimini della storia italiana. E i tre si somigliano proprio: famiglie alto-borghesi con servitù, poca voglia di studiare all’università, in genere poca voglia di fare qualsiasi cosa, tranne andare a donne, scontrarsi con le “zecche” di sinistra, ritrovarsi al bar Euclide ai Parioli. Poi però salgono di grado e organizzano una rapina in banca per autofinanziarsi la lotta politica.
Anche il vicequestore Achei deve occuparsi, da parte sua, di una rapina anomala che è finita con lo stupro della proprietaria della gioielleria. E il marito il giorno dopo viene brutalmente picchiato. Ma le indagini complesse portano a buon fine il caso e all’arresto dei colpevoli.
Particolarmente efficace è il resoconto di come i tre amici circuiscono le ragazze da portarsi al Circeo: bugie, nomi falsi, abbigliamento elegante e, soprattutto, una gran parlantina. Ovviamente prendono di mira due “coatte” di periferia, dato che tutte le amiche dei tre sono già partite per le vacanze. Perché anche, come pensa uno dei tre, “le coatte ci cascano sempre”.
Inutile descrivere qui tutte le aberranti torture alle quali vengono sottoposte le due ragazze, una volta arrivate al Circeo. Del Greco e Lugli non calcano comunque la mano.
Solo una si salva e grazie al suo ritrovamento nel baule dell’auto, due dei tre assassini vengono arrestati subito. Del terzo si perdono le tracce e non sarà mai ritrovato.
Il romanzo poi fa un salto temporale di trent’anni quando Fortunato Achei, che ha fatto carriera nel frattempo, telefona al giornalista Fabio Corsi, suo amico da decenni, per avvisarlo che uno dei due assassini, condannato all’ergastolo ma ormai in regime di semilibertà, ha ucciso altre due donne. In questa parte del romanzo l’adrenalina risale a mille, non solo si arresterà l’assassino ma si scoprirà anche che fine aveva fatto il terzo del gruppo.
Come al solito Del Greco e Lugli colpiscono il bersaglio con questo romanzo. Non era facile, dato il caso scabroso, riuscire a raccontare le vicende del massacro del Circeo senza scadere nella cronaca di bassa lega. Ma loro raccontano quel tanto che è necessario, con estrema pietà per le vittime. Così la vicenda rimane incastonata in un quadro ben più ampio che rivela, a chi quegli anni non li ha vissuti, come si fronteggiavano e come agivano i gruppi estremisti di destra e di sinistra, almeno a Roma. Un libro necessario per mettere finalmente la parola fine a questa orribile vicenda.