Omicidio sul ghiacciaio



Lenz Koppelstatter
Omicidio sul ghiacciaio
Corbaccio
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Un paesino del Süd Tirol in cui non succede mai nulla, un commissario che preferirebbe di gran lunga passare il suo tempo nella sua stalla piuttosto che a dar la caccia ai criminali e un ispettore napoletano trasferito nelle valli (non certo come premio). Grauner è il nostro commissario ideato dal giornalista Lenz Koppelstätter nel suo primo romanzo Omicidio sul ghiacciaio (ed. Corbaccio).
Si tratta di un giallo classico: omicidio, indagini di polizia, cattivi. Non c’è nessuna confusione su chi sia retto e chi invece abbia deviato dalla corretta via. Incontriamo Grauner la prima volta nel suo maso in una delle valli dell’Alto Adige. Fosse per lui vivrebbe serenamente la sua esistenza da montanaro con sua moglie Alba e sua figlia Sara.
Il giovane ispettore napoletano, Saltapepe, invece è un po’ un esiliato, lontano dal suo mare e soprattutto dal grande sogno della sua carriera: dare la caccia ai camorristi. Lui vuole essere un uomo d’azione, la neve e quella calma surreale non le sopporta. Vorrebbe tornare nei suoi Quartieri, a contrastare quelli che ritiene siano i mali della sua città.
Il set in cui si muovono questi due tipi così diversi, uno di terra e l’altro d’acqua, sono le Alpi Venoste e per essere più precisi il luogo del ritrovamento di Ötzi, la mummia del Similaun. Questo uomo preistorico avrà un ruolo tutt’altro che secondario, anche se in modo indiretto, nello svolgersi della storia. La sua assenza/presenza sul ghiacciaio incrementerà il mistero intorno alla scoperta del corpo senza vita di un “eremita”, un cittadino di Senales che si era ritirato a vivere in montagna. E le montagne di cui parliamo sono le Alpi Venoste, non proprio una passeggiata.
Oltre ai nostri due poliziotti ci sono altri personaggi interessanti attraverso i quali l’autore ci racconta la realtà di un piccolo paese delle montagne südtirolesi. Ci sono il sindaco padre/padrone, le guide alpine di poche parole, un medico legale donna che ha dovuto affrontare la diffidenza e l’ostracismo dei colleghi uomini.
Omicidio sul ghiacciaio scorre per le sue oltre 300 pagine e il lettore è catturato da alcuni misteri che aleggiano intorno ai personaggi. Cosa ha spinto Grauner ad entrare in polizia? Perché l’ispettore napoletano è stato spedito in Val Venoste? E il nostro amico Ötzi (come lo chiama il direttore del museo Troyenstein) cosa c’entra nell’omicidio sui ghiacciai?
Il romanzo risponde alle domande, ma sembra presagire un secondo appuntamento. La coppia Napoli-Bolzano funziona per contrasti e i due personaggi potrebbero crescere sia nel loro rapporto che a livello introspettivo. E poi ci sono quelle valli ai piedi delle Montagne che sono uno scenario molto suggestivo e con il potenziale per nascondere altri misteri. In montagna o si vive o si muore, è una legge su quelle vette impervie e dure. Questo istinto è un ottimo ingrediente – lo abbiamo già visto – per storie di crimini.

Eleonora Aragona

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