Non è successo niente di grave
Michele Brambilla
Editore Baldini + Castoldi
Michele Brambilla, giornalista di lunga e provata esperienza, in questo romanzo noir prende spunto da una vicenda di fantasia, nella quale si narra di un delitto feroce quanto incomprensibile ai danni di una giovane donna, per raccontare la provincia, con i suoi segreti, con le sue paure ed in fondo con la sua gretta maschinità.
L’autore inserisce il caso nelle sue prime esperienze di giovane cronista all’epoca strutturato nel Corriere dell’informazione edizione pomeridiana del Corriere.
Si dipana una vicenda dai contorni misteriosi sul perchè una giovane e bella dottoressa, benvoluta dai suoi pazienti e, apparentemente con una vita senza ombre, sia stata uccisa e soprattutto per quale motivo.
La provincia è quella monzese, il paese è Besana Brianza, siamo dunque nel centro di una zona ricca ed operosa, nella prima metà del 1980; ancora era piuttosto strano usare il termine famminicidio ed ancora più strano credere che la vittima non avesse segreti insomma siamo ancora in un’epoca a pensiero dominante maschile.
Ed infatti, mentre le indagini si svolgono lentamente e non danno risultati, intorno al caso si respira un clima di agitazione crescente. Non tanto per il delitto in sé, quanto per la paura, diffusa tra molti, che le indagini possano far emergere affari privati e vicende personali poco edificanti. Il timore è che scavando, i carabinieri finiscano per inciampare in segreti che nulla hanno a che fare con l’omicidio, ma che potrebbero comunque compromettere reputazioni.
C’è chi affronta la situazione con pragmatismo, come il notaio Scanziani: «Vuoi l’amante? Tienitela. Ma che non lo sappia nessuno». Altri, come Angelino Casiraghi, preferiscono anticipare le mosse: dichiara subito quanto ha pagato per ogni suo bene, anche il più insignificante, e si presenta spontaneamente in caserma per raccontare la sua versione, deciso a smentire in partenza le “chiacchiere” circolate sul suo conto.
Il parroco, don Tranquillo Riva, ha parole chiare e rivelatrici sui suoi parrocchiani “E poi tutti abbiamo qualcosa di inconfessabile. Tutti. Nessuno escluso”.
A seguire lo sviluppo dell’intera vicenda c’è il narratore, l’autore, accompagnato da un cronista de L’Unità Beppe Cremagnani, un dettaglio non secondario, perché qui la cronaca spesso si intreccia con l’autobiografia, ne deriva una narrazione elegante e venata di nostalgia. Si ricorda con emozione quando il giornalismo di un tempo era cronaca nera fatta di telefoni a gettone, lunghi giri a piedi e ore passate in attesa, alla ricerca di una storia da raccontare. Un mestiere vissuto per strada, tra appostamenti e intuizioni, ben lontano dalle redazioni digitali di oggi come Brambilla ama ricordare in diverse interviste.
Il romanzo si costruisce attorno a una vicenda che riflette il clima di un’epoca in trasformazione, con una trama che diventa anche specchio sociale. L’intreccio si muove in una Brianza che assomiglia a molte altre zone della Lombardia, territori in bilico tra ricchezza crescente e scarsa etica, tra sviluppo economico e vuoti morali.
Ma ciò che colpisce è lo sguardo dell’autore, capace di restituire fascino persino alla provincia che si annoia, allo smog che grava sul cielo milanese, all’aria densa dei bar frequentati dagli operai nei cambi turno. È in questa scrittura, asciutta ma carica di atmosfera, che il racconto acquista forza e profondità.
I personaggi sono assolutamente vividi nelle loro caratteristiche, tutti descritti con precisione unita ad un tocco di ironia mista ad una grande umanità, molto precisa ed affettuosa la descrizione di Beppe Cremagnani cui il libro è dedicato.
E’ un grande libro da non perdere per chi non vuole perdere la memoria del passato, un libro da leggere e rileggere e da conservare con cura.
Michele Brambilla (Monza, 1958) è giornalista e saggista. Dopo aver diretto «La Provincia» di Como, la «Gazzetta di Parma», «il Resto del Carlino» e «QN Quotidiano Nazionale», dal 2024 è direttore de «Il Secolo XIX». Tra i suoi libri: L’Eskimo in redazione (1991), Sempre meglio che lavorare (2008), Coraggio, il meglio è passato (2009), Vinceremo di sicuro (2015), In provincia (2023), I peggiori anni della nostra vita (2024). Con Aldo Giovanni e Giacomo ha pubblicato Tre uomini e una vita (2016).