Dopo Omicidi sulla collina, torna Simon Serrailer, personaggio seriale ideato da Susan Hill. Nella brumosa Inghilterra, in un paesino ai margini, scompare un bambino. La polizia si mette sulle sue tracce, scavando nel marcio di una campagna che ha più lati oscuri, soprattutto interiori, di quanto ci si possa attendere. La critica sociale emerge, pacata, quasi subito, durante il lento dipanarsi della storia. Non c’è velleità politica diretta, nelle frasi raffinate della Hill, però qualcosa di urticante emerge, alla distanza, nella nebulosa sostanza di una prosa elegante e posata.
Nessuna pietà per i duri di cuore è, a partire dal titolo ricercato e simil-biblico, un atto di coscienza. Un lungo ricercare laterale, là dove l’occhio umano indugia meno. Non a caso la narrazione è stratificata, cade dall’alto sul paesino, protagonista insieme ai personaggi, come fosse una cascata di pioggia, allargando il proprio diametro con l’infittirsi dell’indagine.
Susan Hill coccola il lettore offrendo storie che spezzano e si intrecciano, caratteri che si muovono in sincrono e fuori tempo, prime e terze persone che complicano il mistero. Ma mai si abbandona al lato più commerciale del genere. Ricorda, per finezza esecutiva, l’ultimo John Banville, ugualmente british nel suo esplicitare attraverso la finzione poliziesca un bisogno di letteratura non necessariamente legata al colore giallo.
Nessuna pietà per i duri di cuore, secondo tassello di una tetralogia che sarà interamente pubblicata da Kowalski, ma perfettamente godibile anche individualmente, ha l’ampio respiro del romanzo gotico rurale. Tanto da potersi permettere una pressoché totale assenza di colpi di scena, puntando tutto su dialoghi e psicologie, su tattiche e cambi d’umore, su sguardi e descrizioni dettagliate di situazioni, luoghi e climi. Come in una serie tv, di quelle avvincenti, in cui di puntata in puntata si conoscono maggiori particolari, le sfaccettature degli eroi e dei loro continui errori.
Inutile disquisire sul fatto che, alla fine, Nessuna pietà per i duri di cuore non sia un giallo, né un thriller, ma uno spaccato dell’Inghilterra d’oggi. Convince pagina dopo pagina, ed è questo che conta.