Dimenticate – ma solo per un po’ − il giornalista hacker, un po’ imbranato e un po’ guascone Enrico Radeschi e sostituitelo con Antonio Santi. Dimenticate Hurricane o Matteo Neri e fate posto agli (anti) eroi Vandelli, Lampis e Carminati. Dimenticate Linda e Dalia e inchinatevi a Nina la sexy e a Carla l’idealista. Dimenticate la Bassa e Capo di Ponte Emilia, la Milano del Birrificio, oppure quella girata in sella al Giallone e addentratevi nella città più nera e violenta di tutti i tempi. Quella raccontata in Milano Criminale, l’ultimo romanzo scritto da Paolo Roversi, edito da Rizzoli in libreria da oggi.
Alle 9.30 del 27 febbraio 1958, sette persone cambiano il destino di una città e decidono le sorti di due ragazzi: Antonio Santi e Roberto Vandelli. Il primo entrerà in polizia e darà la caccia ai più pericolosi criminali degli anni a venire, il secondo diventerà il bandito più imprendibile che l’Italia ricordi.
Attraverso il loro duello e le loro storie private, Roversi ricostruisce, come in una sceneggiatura cinematografica, un’epoca indimenticabile della nostra storia recente – dal boom economico agli anni della strategia della tensione − fatta di eroi civili e antieroi, menefreghisti, spavaldi, violenti e pericolosamente carismatici e affascinanti, che volevano conquistare Milano e che l’hanno presa con la forza.
Quattordici anni di mala meneghina: dal 27 febbraio 1958 al 14 febbraio 1972. Via Osoppo e via Monterosa. Due rapine che hanno fatto la storia scellerata di una città− Milano − una città piccola, tutto sommato, ma che ha in sé un male così viscerale che l’ha costretta a cambiare colore: “dal nero del carbone e il grigio dei palazzi al rosso delle luci, delle bandiere che sventolano nelle piazze, delle ambulanze, del sangue”.
Quattordici anni in cui le storie private dei due protagonisti s’intrecciano con la Storia, quella scritta nei manuali e nelle cronache dei giornali, dal Corriere della Sera a La notte, quella vista nei servizi dei telegiornali dell’epoca, quella ascoltata nei juke box e nelle disco, quella dimenticata, delle vittime. Una storia accuratamente documentata e raccontata da un Roversi raffinato e più maturo.
Un romanzo sensazionale, avvincente, che coinvolge con le melodie di grandi cantautori, evoca slogan lontani e ci catapulta in un’epoca che ha cambiato radicalmente una città e i suoi abitanti. Dimenticate tutto quello che vi hanno raccontato finora e fate spazio al romanzo criminale milanese.
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Gustatevi la playlist con i sei video che compongono il docutrailer di Milano Criminale