Manuale distruzione



Roberto Corradi
Manuale distruzione
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 Ha dichiarato del suo libro Corradi: «Passare alla storia non sempre significa immortalarsi nella celebrità, a volte vuol dire solo cambiare materia. E di tutte, la ricostruzione degli eventi mi ha sempre affascinato per la precisa concatenazione delle cose che, appena finite le scuole, mi era completamente sfuggita.» Concordo.
Il suo Manuale distruzione è un acuto e scafato “divertissement” da leggere tutto d’un fiato. E sono certa che alla fine chi ha letto si ricorderà di cose di storia o avrà voglia di andarle a cercare molto di più che se avesse consultato dei polverosi saggi.
Pericoloso scrivere qualcosa senza sconfinare nel “riassuntino”, ma ci provo lo stesso. Sono certa che non dimenticherete facilmente la sua Preistoria e per dimostrarvelo rubo a Corradi un pezzetto: «La Preistoria era l’epoca degli uomini primitivi, di cui oggi rimangono tracce solo in alcune zone delle Marche e, più frequentemente, tra gli ospiti di Ballarò. Qualunque Ballarò si intenda. Gli uomini primitivi curavano pochissimo la propria igiene personale: tanto l’epoca era quella che era, bestioni di vari tipi e a pelo lungo giravano in libertà, nell’aria c’era una puzza terrificante e vai a capire mo’ da chi proveniva…»
E dalla preistoria, con il fondato dubbio che le decorazione rupestri di animali fossero ordinazioni di ristorante, si passa ai Sumeri, dotati di nomi impossibili, di orridi copricapo tipo pentola e di barbe ricciolute. Dopo Hamurrabi e le sue fisime si arriva a Nabucodonosor (Il Nabucco di Verdi). Alessandro Magno l’acchiappa tutto diventa il trait d’union per passare dalla Mesopotamia all’Egitto. Ai Faraoni e agli egiziani con la loro mania delle mummie e, di là a  tutti i clan degli antichi Romani, crogiuolo di Bruzi, Piceni ed Etruschi, e la loro gloria. Poi la calata dei barbari che frega tutti. L’impero si divide. Quello d’Oriente (bizantino) monta in superbia ma il papa per sparigliare le carte chiama Carlo Magno. Dopo lui siamo in pieno Medioevo che impone le signorie e i comuni, e i dipinti sacri, con gli orrendi bambini in braccio alle madonne (secondo Corradi: «con le fattezze dei pensionati del’Inpdap» e per forza dico io, visto che i pittori prendevano a modelli dei morticini).
Ma arriva il Rinascimento in Europa e si cambia musica. I Turchi hanno preso Costantinopoli, c’è stata la fortuita scoperta dell’America, visto che Colombo voleva raggiungere le Indie, in Italia comandano gli Sforza, i Medici e alcuni papi illuminati che fanno salire in scena una tripletta da paura: Leonardo, Michelangelo e Raffaello. Ma il vezzo ecclesiastico di vendere il perdono decreta il successo della Riforma di Lutero alla fine del ‘500 e addio pace! Il seicento, con l’opulenza maleodorante dei suoi abiti (proibito lavarsi) e la longa manus spagnola in pasta quasi dappertutto è fatto di guerre e peste con, come unico faro a rischiararne il buio, il genio di Caravaggio. Arrivati a pag. 77 abbiamo ficcanasato in più di 5000 anni di storia.
Da pag. 78, con tecnica spigliata ma forse con tono più saggistico, si affronta la seconda parte, più lunga, cominciando dal settecento con l’America agli americani, la ghigliottina taglia teste della Rivoluzione francese e via un re si fa un imperatore, all’incontenibile straripare di Napoleone. Fino all’ottocento, a Waterloo, nome più consono secondo Wellington per marcare la nemesi napoleonica piuttosto che Fattoria della Belle Alliance, che piaceva a Blücher. Il congresso di Vienna che ridisegna L’Europa. Mentre l’America, che ha dilagato a ovest nelle praterie con i suoi John Wayne ante litteram, affronta la sua confusionaria e sanguinosa guerra di secessione, in Italia Vittorio Emanuele II con l’occhiuto Cavour al governo, la camicia rossa di Garibaldi a pungolare e l’aiuto di un altro Napoleone, da re di Sardegna è diventato re d’Italia. Con il novecento la narrazione di Corradi s’incupisce, siamo alla follia della Prima Guerra Mondiale, un maestro elementare fonda il fascismo e diventa il Duce, un imbianchino fonda il nazionalsocialismo e diventa il Fürher… Conosciamo tutti il resto: la Seconda Guerra mondiale, la Guerra Fredda, ecc. ecc.
Un giro di orizzonte in Asia, Australia, Africa, Sud America, Artide e Antardide, e il secondo millennio, con la Terza Guerra Mondiale sfiorata, la turpe insidia del terrorismo e le beghe elettorali mondiali con, come unico modello, la buona educazione di Papa Francesco, rammentando anch’io che di quello che scrivo oggi domani sarà già storia.

 

 

 

 

Patrizia Debicke

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