Per me è stato il noir migliore del 2005. E uso il termine “noir”, come spesso si fa, in chiave estensiva, riferentesi a un non-genere che si fagocita, annullandoli, altri non-generi, l’horror in prima linea. Qui si parla e si scrive, soffrendone, del Grande Archetipo, la Madre Terribile, abbondante tanto in letteratura che in cronaca, vicendevolmente l’una lo specchio dell’altra. Così, dopo la Mater di Valerio Evangelisti e Le Madri Nere di Pascal Français, forgiata tra le pieghe dell’immaginario di Bloch e Hitchcock e di V.C. Andrews (Fiori nell’attico), ma pressoché inarrivabile in quanto a perfidia e crudeltà, eccovi la Catena Ferrante de L’uomo di spalle di Giacomo Cacciatore, uscito per Dario Flaccovio, appassionante thriller con risvolti edipici da horror che vi garantisce una notte insonne. Ingredienti: la Grande Mamma, appunto, orchessa di una paurosa mad house situata in via degli Eucalipti a Palermo; il figlio Giobbe, da lei schiacciato e reso quasi folle; un manicomio gotico e un primario che è sceso a patti con l’inferno; il misteriosissimo “uomo di spalle” del titolo, e altro ancora. Una prova matura, di stile e contenuto, che dimostra che il noir non è più “lettura da edicola della stazione”, ma strumento sociologico per eccellenza in grado di analizzare gli irrisolti drammi della cronaca più recente. Okay, Giacomo è amico mio, ma è uomo che, più di altri, non ama collegare i rapporti affettivi e personali con l’esistenza in riga e online di una “buona” recensione. E questo fa di lui una perla rara prima come persona che come scrittore. (danilo arona)
Giacomo Cacciatore – L’uomo di spalle – Dario Flaccovio Editore
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