Joanne è una giovane madre che vive con la figlia Evie di pochi mesi e con il marito Richard in una bellissima e grandissima villa isolata. Tutto sembra procedere tranquillamente fino al giorno in cui Chloe, la figlia ventenne della prima moglie di Richard, non decide di venire a trovarli per passare un po’ di tempo con il padre e conoscere la sorellina. Chloe non aveva approvato il matrimonio di Richard ma ora si dichiara disponibile a riprendere il dialogo che aveva interrotto bruscamente. Joanne intuisce subito che qualcosa non va in Chloe cha dimostra un comportamento strano e talvolta aggressivo. Richard però non vuole ascoltare i dubbi e i sospetti della moglie e difende la figlia a spada tratta. Quando però Joanne scopre che la prima moglie di Richard si è suicidata dopo la morte in culla della loro seconda figlia, decide di indagare per proprio conto e quel che scopre la inquieta ancora di più. Che intenzioni ha davvero Chloe? Riuscirà a convincere Richard del pericolo che incombe sulla loro famiglia?
Siamo nella classica situazione del perfetto thriller: casa isolata, famiglia felice, un intruso che rompe l’equilibrio. Joanne ha puntato tutto sul matrimonio e la famiglia, lasciando il suo lavoro da agente immobiliare e ritirandosi in periferia per compiacere il marito. Richard è un uomo maturo, benestante e apparentemente innamorato della giovane moglie. E poi c’è Chloe una ragazza dall’umore instabile con atteggiamenti ora da bambina viziata ora da astuta criminale. Tutto il romanzo è incentrato sulle dinamiche interne alla famiglia, giocato sul vecchio adagio che niente è come sembra. E davvero sino alla fine il lettore resterà con il dubbio su chi sia il vero psicopatico e su chi abbia mire omicide e perché.
L’autore riesce a mantenere un ritmo costante grazie alla dialettica che si instaura tra Chloe e Joanne e all’emergere centellinato di sempre nuovi particolari sulla precedente famiglia di Richard. Sia padre che figlia sono poi accomunati da un comportamento ambiguo che non si scioglierà fino all’ultima pagina risolvendosi in una sorta di finale aperto.
L’ambientazione riveste un ruolo secondario, paesaggio e casa non hanno caratteristiche definite, sono il semplice teatro in cui si svolge l’azione. Sono i dialoghi tra i protagonisti a definire quel che accade e a fornire indicazioni sulla possibile colpevolezza dell’uno o dell’altro per confondere il lettore. Proprio quando sembra che gli indizi siano sufficienti a individuare il colpevole e le sue mire le carte sono rimescolate con un colpo di mano e tutto ritorna al punto di partenza.
Da notare nella parte conclusiva un piccolo tributo alla famosa scena con l’accetta nell’indimenticabile “Shining”.
Un libro per chi ama i thriller psicologici e vuole rimanere in stato di ansiosa incertezza dall’inizio alla fine.


