Charles Dickens
Lo spettro del tunnel
Pelledoca
Ad ogni dicembre si moltiplicano le riedizioni del Canto di Natale di Dickens, un vero e proprio classico del genere. Meno noti sono i racconti di tutt’altro genere del grande scrittore inglese, caratterizzati da atmosfere inquietanti, soprannaturali, gotiche, tanto da far dire all’amico e biografo John Foster: “Tra le cose buone di Dickens non bisognerebbe dimenticare il suo modo di raccontare le storie di fantasmi”. Non meraviglia quindi che l’editore abbia ribattezzato Lo spettro del tunnel il racconto comunemente noto con il titolo Il segnalatore. Un’altra novità, questa davvero eccezionale, della nuova edizione in volumetto è il fatto che il testo sia preceduto dal racconto per sole immagini di un grande illustratore pluripremiato, tra l’altro con due Andersen, Paolo D’Altan, quasi fosse un silent book.
Si può cominciare dalle immagini o dal testo, magari tornando indietro a ricercare l’effetto, l’impatto visivo di personaggi e situazioni. Il narratore (in prima persona) si imbatte in un segnalatore ferroviario incaricato di sorvegliare l’ingresso di un tunnel nero come la pece illuminato solo da una sinistra luce rossa di pericolo in un luogo infossato, cupo, umido, opprimente, dove – dice il narratore “il vento mi faceva rabbrividire, come se avessi lasciato il mondo dei vivi”. In poche righe il grande autore ha già creato l’atmosfera più adatta alla narrazione.
Dopo qualche difficoltà il narratore riesce a entrare in comunicazione con l’altro, che si rivela uomo con buona istruzione e che confessa di aver avuto la sensazione di averlo già incontrato, ma poi è rasserenato dalla smentita. Entrati nel casotto il segnalatore racconta che già due volte all’ingresso della galleria gli era apparso un uomo, evidentemente un fantasma, che annunciava un disastro, poi effettivamente avvenuto, malgrado i suoi allarmi lanciati con il telegrafo. Ecco il perché della sua iniziale diffidenza: credeva di aver incontrato nuovamente lo spettro del tunnel. Il racconto di Dickens prosegue fino alla fatale, ineluttabile conclusione.
Da 11 anni
