Piera degli Esposti è una leggenda torrenziale. Giampaolo Simi una firma d’eccezione che non sbaglia mai.
La scenografia di questo noir è un teatro. Un teatro nero in cui la protagonista, Piera Drago, è un’attrice che vuole mettere in scena un Riccardo III di Shakespeare in una versione femminile: il progetto è una vera e propria ossessione. Alex Riccomanno è il portaborse di un politico romano: il ragazzo è ossessionato dal potere, sottopagato e, benché giovane, già incastrato nelle maglie del male. I due hanno in comune storie e strade che si incrociano in fondo a un pozzo, dove viene ritrovato il cadavere di una giovane donna. Quel fondo del pozzo è il legame affascinante di una trama che non è mai scontata.
Sullo sfondo, una Roma afosa, la Roma in cui si parla a voce alta, si cammina tra gli stand sulle banchine del Tevere e “i tonnarelli sono già arrotolati alla forchetta”.
Il giallo si rivela fin dalle prime pagine, in una struttura tutta originale e che contiene gli ingredienti giusti per un capolavoro: c’è la povera vittima sacrificale e la femmina spregiudicata che se l’è un po’ cercata, ci sono gli intrallazzi delle sale del potere, i personaggi ambigui che sono solo i portatori sani del male. Il lavoro mentale del lettore è quello di scegliere, praticamente da subito, da che parte stare. Il grande segreto dei romanzi criminali moderni è lo stesso delle grandi tragedie del passato: l’assassino, che sia quello di questo noir o sia Riccardo III, ci parla direttamente e in modo sincero; e in questa storia le nostre remore morali si arrendono per tifare per il male, per il cattivo, in un mondo in cui ci rendiamo conto che – banalmente – stiamo tifando per il cattivo perché siamo costretti a fare i buoni.
Il contraltare del male è l’ispettore Grossmeier, un poliziotto altoatesino trasferitosi nella capitale, che descrive una contro-Roma in cui si arriva sempre in ritardo e le cose non si fanno mai bene. Ed è grazie a Piera che Grossmeier rivolgerà le investigazioni nella direzione giusta, sia perché lei stessa capisce di avere assistito a parte del delitto, sia perché sarà lei a muovere l’indagine di un thriller che si rivela soprattutto un affanno psicologico e che tiene il lettore sempre con la guardia alta.
Ma il noir non finisce qui. L’evoluzione pindarica di questa storia si mostra con ritmo continuo, fino a un finale in ascesa totalmente inatteso.
Alla fine, il solito sapore amaro di una storia che ci appare incompleta ma che, invece, sembra assorbire tutte le ingiustizie.
Scrivere un noir e incrociarlo con una tragedia da teatro firmato Shakespeare. Si può? Si, ma ci vanno due Maestri come Piera degli Esposti e Giampaolo Simi.