La vittima mancante – Robert Bryndza



Robert Bryndza
La vittima mancante
Newton Compton
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Un caso irrisolto da oltre trent’anni. Nessun corpo, nessun testimone. Un cold case che ancora brucia.

Nel 1988, Janey Macklin, una studentessa londinese di sedici anni, è scomparsa senza lasciare traccia dopo essere uscita a comprare le sigarette per conto della madre. Il tempo sembra aver sigillato per sempre il mistero di quella strana e inquietante sparizione.

Ma ora, tre decenni dopo, una proposta inaspettata riapre il vaso di Pandora: un team di podcaster specializzati in true crime, appartenenti a una società creativa, chiede all’investigatrice privata Kate Marshall e al suo socio e collaboratore Tristan Harper – divenuti celebri dopo il grande successo mediatico del loro ultimo caso – di indagare sulla possibilità che Janey sia stata una delle vittime del famigerato Peter Conway, il Cannibale di Nine Elms. L’uomo, ex ufficiale di polizia nonché superiore di Kate, ha distrutto la sua carriera e l’ha legata a sé per sempre.

Per evitare ai due investigatori il continuo andirivieni di due ore in treno tra Exeter St David’s e Londra, la società metterà a disposizione un appartamento foresteria.

Per Kate si tratta senza dubbio dell’incarico più remunerativo mai ricevuto, ma ben presto si rivelerà anche il più doloroso. Insieme a Tristan, dovrà scavare a fondo nel passato, mentre affronta le sfide della vita quotidiana: problemi finanziari pressanti e continui, legati alla gestione del grande campeggio-parco vacanze di Turlow Bay, ereditato da una generosa amica ormai scomparsa.

Come due segugi che non mollano mai la presa, Kate e Tristan iniziano a muoversi tra l’area di King’s Cross – dove Janey è scomparsa – e i sobborghi londinesi, determinati a fare luce su segreti rimasti sepolti. Ma trent’anni sono tanti, e ricostruire un caso dopo così tanto tempo appare estremamente difficile.

La narrazione si snoda tra falsi indizi, colpi di scena e verità taciute. Emergono testimonianze rimaste nell’ombra, frammenti di DNA deteriorati e piste che si biforcano, portando Kate e Tristan a dubitare di tutto e di tutti. È possibile che l’ultimo ad aver visto Janey viva – un giovane inizialmente condannato, poi assolto in appello per mancanza di prove – fosse davvero innocente? O qualcuno ha orchestrato un depistaggio perfetto?

Il libro colpisce sin dalle prime pagine, lasciando intuire che qualcosa, inevitabilmente, andrà storto. Con una tensione crescente e una trama sapientemente costruita, Bryndza guida il lettore attraverso un’indagine carica di suspense, costellata di lacune e disinformazioni, scavando nella psicologia dei personaggi e mostrando quanto possa essere sottile il confine tra vittime e carnefici.

I sospetti si moltiplicano, mentre ogni colpo di scena si rivela plausibile e credibile. I personaggi sono delineati con maestria; il gruppo dei sospettati, ampliato rispetto all’indagine originale, si arricchisce di figure complesse, ma le risposte arriveranno solo al momento giusto, in un crescendo emozionante che non concede tregua.

La trama lascia spazio anche a toccanti dinamiche personali: il breve e doloroso ritorno di Peter Conway nella vita di Kate e del figlio Jake; l’inquietudine per ciò che il futuro potrebbe riservare; e le preoccupazioni economiche, che gravano su entrambi i protagonisti, spingendoli – nonostante dubbi e ostacoli – a portare avanti l’inchiesta.

E proprio Jake, forse, si rivelerà la chiave inattesa per risolvere più di un enigma e far luce su aspetti finora trascurati.

Una storia plausibile, raccontata con una narrazione avvincente, che lascia il lettore inquieto ma soddisfatto, con il desiderio di seguire ancora Kate nel prossimo, probabile capitolo della serie. Ancora una volta, Bryndza confeziona un noir teso, credibile, profondamente umano. Torna a parlare di dolore, colpa e perdita con mano sicura.

Stavolta, ha costruito un intreccio denso di misteri, popolato da personaggi realistici, e affronta temi complessi come la perdita e gli sconvolgenti effetti del dolore e della colpa, all’interno di un romanzo intrigante e, sorprendentemente, commovente. Dimostra che, a volte, la verità può nascondersi nel buio. E rivelarsi persino più spaventosa.

Patrizia Debicke

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