“La regola del male č che il male non ha regole”. In questa frase lapidaria č contenuta tutta la desolata saggezza del commissario Alfredo Valenti, che in una Firenze spettrale e opaca, deve indagare sulla morte di una ragazza per bene. E’ l’inverno del 43. In cittŕ la gente fatica a sopravvivere e certo ha poca voglia di interessarsi ai crimini comuni. Alfredo Valenti ha ricevuto dal federale l’ordine di liquidare in fretta quella brutta storia senza importunare i fascisti di rispetto. Ma lui non ci sta a tormentare ebrei, omosessuali, vagabondi tanto per assicurare alla giustizia un colpevole qualunque. Preferisce scavare piů a fondo, soprattutto quando al delitto se ne aggiungono altri a catena. Scritto, anzi, “pennellato” con tratti nervosi a volte poetici, spesso iperrealisti, questo breve romanzo č un frammento di storia con due finali sovrapposti, brutali e inaspettati come le spedizioni punitive delle camicie nere. (adele marini)