Per me Glenn Cooper è stata una scoperta felice anche se tardiva, dal momento che La quarta profezia è il diciottesimo romanzo del poliedrico autore americano, laureato in archeologia a Harvard, medico, amministratore delegato di aziende che si occupano di biotecnologie, sceneggiatore, produttore e infine scrittore.
Per quanto mi riguarda dopo Il codice Da Vinci di Dan Brown consideravo chiusa la mia esperienza con il genere apocalittico-investigativo-religioso invece il romanzo di Cooper mi ha rappacificato con questo tipo di gialli.
La quarta profezia è il quinto romanzo della serie di Cal Donovan, un archeologo cattolico docente di storia delle religioni all’università di Harvard e stretto amico di alti prelati e addirittura del papa Celestino VI, che ha già aiutato in occasione di altri misteriosi accadimenti.
In questa storia a essere in pericolo è addirittura la vita del pontefice che ha ricevuto un messaggio anonimo in cui lo si invita a dare le dimissioni prima della messa di canonizzazione di suor Lucia Dos Santos, la veggente di Fatima, pena la morte. Nel messaggio si parla anche del quarto segreto di Fatima, ma il problema è che i segreti di Fatima sono tre, l’ultimo dei quali rivelato da Giovanni Paolo II nel 2000, e nessuno ha mai sentito parlare di un quarto segreto.
Donovan viene convocato in fretta in Vaticano, suor Lucia verrà proclamata santa dopo un paio di settimane, e si butta a capofitto in una ricerca che dall’Archivio Segreto dei papi lo porterà in giro per l’Europa sulle tracce del quarto segreto e di chi potrebbe esserne al corrente.
La quarta profezia è un romanzo che racconta di fatti inventati, ma con una solida base storica. Tutte le notizie riguardanti Lucia e gli altri pastorelli di Fatima e riguardanti le apparizioni sono esatte, come esatte sono le informazioni sui papi realmente esistiti: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II. L’ultimo papa, Celestino, illuminato e vicino ai poveri, richiama per più di un aspetto papa Francesco anche se è italiano e sta mettendo in atto una politica di vendita delle opere artistiche del Vaticano per finanziare interventi a favore dei poveri. Questo e il fatto che abbia scelto per segretario particolare una donna, suor Elisabetta, gli attirano le antipatie della parte più conservatrice del clero.
Cal Donovan è uno studioso colto, simpatico e bon vivant, che strizza forse un po’ troppo l’occhio a Indiana Jones, ma che nel complesso rende il romanzo molto gradevole e alleggerisce gli aspetti curiali della storia e più la storia avanza più il ritmo si fa serrato e il sangue sparso più copioso fino a che anche la vita del professor Donovan sarà in serio pericolo.