Blaise Delange è un uomo abituato a vivere sul filo del rasoio, con pochi franchi in tasca e una moralità non sempre ben definita. Così quel giorno alla stazione, nell’attesa di prendere il treno per Parigi, si sorprende lui stesso del gesto che sta per compiere: raccoglie da terra il portafogli smarrito da una bella donna appena uscita dalla cabina telefonica trovandolo rigonfio di soldi. Lì dentro però, oltre al documento di identità della proprietaria, trova anche la foto di un uomo. Blaise decide di restituire quanto ha trovato, nascondendo però la foto.
Qualcosa gli dice che quello è un segreto che deve essere custodito.
La donna, Germaine Castaine, è la moglie del becchino del paese. Blaise sente subito per lei un’attrazione che via via diventerà fatale. Sullo sfondo la provincia francese che per il protagonista è come “…un oppiaceo. L’aria è dolce e la vita non ha la stessa consistenza che ha a Parigi. È più densa, più pesante, più ricca di significato”.
Dopo i ringraziamenti del caso, da parte del marito di Gerrmaine (che ovviamente non è l’uomo della foto), Blaise viene invitato e poi convinto a rimanere come ospite prima e poi come tuttofare nella ditta di Achille Castain; le cose peraltro vanno anche bene visto che “…il beccamorto era contento di me. Continuavo a vendere i suoi articoli di lusso con un’energia che lasciava a bocca aperta i familiari più o meno addolorati che incontravo.”
Il fatto è che il becchino è un omuncolo manesco che picchia quella Germaine per la quale Blaise sente l’amore crescere ogni giorno di più e che lo fa incontrare anche il famoso uomo della foto. Una storia che ricorda un triangolo amoroso, dove le macchinazioni e le mire dei protagonisti rimangono nascoste per bene tanto da far dire a Blaise che “esaminando il susseguirsi degli eventi, scoprivo le mostruose macchinazioni del caso. Da quando avevo visto Germaine uscire dalla cabina telefonica dell’ufficio postale, il caso mi aveva risucchiato nei suoi perfidi ingranaggi. Per mesi avevo creduto di controllare il destino, mentre in realtà ero solo il suo docile servitore.”
Un destino che riserverà non poche sorprese ai personaggi di questo romanzo: La moglie del Becchino conferma Dard come uno dei maestri del noir francese (una produzione immensa, la sua); un romanzo schietto e per nulla politically correct che coinvolge per le sue atmosfere e per i suoi personaggi sempre al limite.
Una storia coinvolgente, che merita di essere letta.