La legge dell’innocenza – Michael Connelly



Michael Connelly
La legge dell’innocenza
Piemme
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Sono un lettore di Michael Connelly della prima ora. Ricordo ancora lo stupore di quando, io piuttosto giovane, parlo di una trentina di anni fa, scoprivo e acquistavo in edicola i suoi romanzi allora (sconosciuti) pubblicati dalla Hobby & Work. Veri e propri pugni nello stomaco per gli estimatori del thriller. Poi è arrivata la Piemme che, con lungimiranza e un vestito nuovo, ha ripubblicato tutti i libri dell’americano. E continua a farlo tuttora, per la gioia di noi lettori. “La legge dell’innocenza” (448 pagine), uscito recentemente, riunisce i due protagonisti più amati: l’ex detective Harry Bosch e il fratellastro Mickey Haller, avvocato con studio legale direttamente sui sedili posteriori della sua Lincoln. Questa volta è proprio Haller a finire sul banco degli imputati, accusato di omicidio. Tocca dunque a Bosch provare a scagionarlo. Fin qui la trama. Ritmo serrato, per utilizzare una formula fatta che questa volta è particolarmente calzante, cura per i particolari e i dialoghi -l’autore, come noto, è un ex cronista di nera e fa sentire tutto il peso della sua esperienza- e grande attenzione nella descrizione di Los Angeles, l’estesa città nel Sud della California che ospita Bosch&C, sono gli ingredienti principali della “Legge dell’innocenza”. L’ho già scritto altre volte ma lo ripeto volentieri: non amo la letteratura americana, ma Connelly fa eccezione (a lui, solo a lui, perdono tutta la prosopopea targata Usa). Stiamo parlando di uno dei due-tre maestri contemporanei del thriller. Senza se e senza ma. Dal mio canto preferisco di gran lunga i romanzi con Bosch: non sono un fans del legal, per cui Haller non mi fa impazzire. Il tandem Bosch-Haller funziona comunque alla perfezione dal punto di vista del meccanismo narrativo, al di la dei miei gusti. Se potessi, però, consiglierei a Connelly di scrivere storie con protagonista la figlia Maddie. Con colpevole ritardo sto guardando in questo periodo la serie di Bosch su Prime Video, interpretata da Titus Welliver. E’ fatta bene e ve la consiglio. E il rapporto tra Bosch e Maddie, per l’appunto, è qualcosa di straordinariamente bello e intenso. Avete presente quando leggendo un libro o guardando un film vi immedesimate al punto di dimenticare la vita reale? Se fosse una canzone “La legge dell’innocenza” non suonerebbe come “Musica leggerissima” di Colapesce & Dimartino. Voto: 8 (ma 9 alla carriera).

Alessandro Garavaldi

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