Il romanzo italiano su Petrosino, uscito allora con il titolo: Giuseppe Petrosino, il terrore della Mano nera, scritto da Guglielmo Stocco, direttore della rivista L’Avventuroso, e pubblicato nel 1912 dalla Società Editoriale Milanese, è stato forse il primo mai scritto su di lui Un romanzo che precedeva di oltre vent’anni la versione a fascicoli, rilanciata con successo dal 1934 dall’editore Mario Nerbini di Firenze.
Oggi questo : Petrosino, il terrore della mano nera dà l’avvio alla nuova collana “Edgar” della Homo Scrivens, in cui troveranno posto classici della narrativa popolare, a volte rarissimi come il romanzo di Stocco, arricchiti da un dossier sull’opera e sulla sua storia.
Un libro di Stocco che dicevamo rarissimo e del quale si dubitava perfino che fosse mai stato stampato. Ma fu proprio la guerra a La mano nera, a regalare fama internazionale e a fare un eroe di un personaggio, un giovane italiano emigrato in America (1873) a seguito della famiglia.
Giuseppe (Joe) Petrosino visse da ragazzo a Little Italy, dove cominciò subito a guadagnarsi la vita vendendo giornali. In pochissimi anni ottenne la cittadinanza americana.
A diciassette anni entrò a far parte della polizia con l’incarico più basso. Dopo gli inizi come netturbino, grazie alle sue origini riuscì a infiltrarsi tra gli italiani affiliati alla malavita per procurarsi preziose informazioni. Le sue fortunate operazioni gli valsero il passaggio ad agente di pattuglia e finalmente, nel 1890, divenne un detective. Insomma, con la sua abilità nei travestimenti e la sua versatilità aveva iniziato la scalata per far carriera.
Quando il 29 luglio 1900 a Monza fu assassinato Umberto I re d’Italia dall’anarchico Gaetano Bresci, Petrosino fu chiamato a partecipare alle indagini perché l’assassino era arrivato dagli Stati Uniti. Petrosino avanzò la teoria che la macchinazione fosse stato organizzata dalla “Mano Nera” e che dopo il re d’Italia, sarebbe stata la volta dell’imperatore Francesco Giuseppe, del Kaiser Guglielmo II, dello zar e infine del presidente americano.
Purtroppo le sue ipotesi vennero sottovalutate e ritenute fantasia fino al settembre 1901, quando il presidente McKinley fu ucciso da Leon Czolgosz, un anarchico polacco. Le previsioni dell’investigatore italiano avevano dimostrato la loro attendibilità. Joe Petrosino acquisì grande prestigio. Su richiesta anche del presidente Theodore Roosevelt, da quel momento le sue idee e i metodi di indagine furono presi in considerazione e Petrosino fu promosso alla testa della “Italian Branch” (che nel 1906 divenne l’“Italian Legion”), squadra composta da cinque uomini in borghese, con per centro operativo l’ appartamento di Joe.
La prima squadra poliziesca italiana di New York: l’Italian Branch.
Nel romanzo di Stocco, Joe Petrosino, mettendo a rischio la propria vita, s’infiltrerà nelle file della Mano nera, la potente organizzazione criminale di New York. Verrà scoperto e catturato ma, grazie alla sua capacita di sapersi tirare fuori anche dalle situazioni impossibili e il suo sangue freddo, riuscirà ad assestare un duro colpo alle attività criminali degli affiliati alla Mano nera.
Con la sua squadra, ormai simbolo della lotta alla criminalità organizzata, continuerà a infliggere colpi su colpi all’organizzazione criminale fino a quando, a seguito della sua attività investigativa, che, se avesse avuto successo, lo avrebbe forse portato a sconfiggere definitivamente la mafia, deciderà di recarsi in Italia con la speranza di trovare sufficienti prove per troncare il fenomeno criminale all’origine.
Ma vigliaccamente attirato in un’imboscata, verrà ucciso in Italia, a Palermo, il 12 marzo 1909 a 49 anni, come un soldato al fronte di un’implacabile e sanguinosa guerra, colpito nel buio con tre colpi di pistola alla schiena da una mano assassina.
La sua morte bloccava la preziosa indagine di uno dei poliziotti più determinati e coraggiosi di tutti i tempi. A tutt’oggi alcune tecniche di lotta al crimine, da lui ideate, sono ancora seguite dalle forze dell’ordine.
Sicuramente Petrosino fu il primo grande rivale e nemico della mafia. E proprio a lui si deve la scoperta sia dello stretto legame criminale e mafioso tra famiglie Americane e Siciliane, sia del pericoloso e fatale collegamento, che si stava andando a creare, tra le due parte dell’Oceano..
Prima pubblicazione italiana sul grande poliziotto di New York, protagonista di una straordinaria epopea oltreoceano, il romanzo originale di Stocco è oggi un libro quasi introvabile e reperibile solo a caro prezzo su Mare Magnum tanto da far addirittura credere inventata la sua esistenza, eppure è da questo volume che nasce il mito di questo eroe, diventato il simbolo della lotta alla criminalità organizzata (la Mano Nera), e consegna la sua storia al mito.
Dopo la morte di Petrosino la sua figura e il suo operato hanno fatto pare di serie fumettistiche internazionali di gran successo e di diverse opere letterarie. Denominato talvolta lo “Sherlock Holmes italiano”, è stato più volte protagonista nel grande schermo e nel piccolo , vedasi la recente fiction Rai con Giuseppe Fiorello e sono già iniziate le riprese del film, a lui dedicato, con Leonardo Di Caprio.
Il terrore della mano nera – Guglielmo Stocco
Patrizia Debicke