Un’indovinata vacanza di Bruno Morchio dal genere giallo thriller. Per una volta (?) lascia a casa il suo Bacci Pagano, mi piace pensare magari seduto davanti a un piatto di trenette al pesto, e ci regala un romanzo non noir, come lo definisce lui, con il sapore e gli accenti di un perfetto spettacolo teatrale. E infatti calcheranno le scene di questo tragicomico dramma familiare il primo attore, Edoardo, lo squalo, il dominatore che rincorre le bugie, il satrapo, ricchissimo patriarca della famiglia D’Aste, un passato da spedizionieri internazionali, la prima donna, sua moglie Ines, in fin di vita, ma ancora nerbo della stirpe e l’egoista indomita che è sempre stata, il figlio complessato Meo, dottore per ripicca, la nuora Rosita, una mancata editor, la figlia Lena, reduce dall’India, stagionatella figlia dei fiori e lesbica per scelta, il nipote Francesco, laureato in economia ma senza i piedi per terra e la di lui fidanzata Dolores, il personaggio, più vero e allo stesso tempo il più falso, ma anche il più stuzzicante e chiarificatore… Poi gli altri che compaiono in particine secondarie.
Dissacrante parodia di un’altolocata borghese famiglia ligure (potenza economica di seconda e terza generazione), che gode come scenario di una villa, una sontuosa villa con giardino che si affaccia sul mare.
Una famiglia con il fascino indiscreto della borghesia come li definisce senza peli sulla lingua la bionda e disinibita Dolores. La straordinaria normalità di una famiglia anormale che ci fa ridere ma allo stesso tempo ci spaventa.
Una famiglia governata dal quasi ottantenne patriarca Edoardo, lo squalo, quello che con la muta complicità di tutti gli altri interpreta sempre la parte del cattivo. Il primo attore che, quasi fino alla fine si crede aiutato, coperto dalla moglie che invece, prima di spirare, in un duetto dal sapore operistico, lo beffa e punisce senza misericordia con un testamento, una tegola sulla testa, che contribuirà a sfaldare il castello di profumate bugie concesse, accettate e fors’anche volute che indoravano la casata.
Ma con la Findaste, una società del suo gruppo, ha fatto un passo di troppo, e papà Natale è in arrivo con la nemesi nella sua gerla.
Il profumo delle bugie
patrizia debicke