Il Nodo di Seta di Marco Forneris non lo si può incasellare. E’ un mix di generi che l’autore riesce a miscelare molto bene e che rendono lo scorrere delle pagine veloce ed avvincente. Lo si potrebbe forse definire un legal/hacker/thriller e quindi Forneris è un nuovo pioniere di un genere che riesce a raccontare “crimini virtuali” (anche se di sangue, quello vero, ne scorre parecchio) di cui sempre più spesso si sente parlare. Il fatto è che questa storia affonda le sue radici all’inizio del nuovo Millennio quando l’hacking era ancora un argomento riservato a qualche nerd e a pochi eletti.
Sta di fatto che la storia si dipana tra assassini assoldati da un mandante che fino alla fine rimarrà nell’ombra (e come sempre stupirà il lettore), banche d’affari pronte a fondersi per spartirsi nuove fette di mercato e generose plusvalenze, il protagonista David Faure e la sua squadra di professionisti (ex agenti Fbi, hacker esperti legati al Mossad israeliano e una ragazza, Susan, con cui nascerà un legame molto particolare) che dovranno risalire ai colpevoli di un furto milionario (via web) da dei conti nascosti in un’isola caraibica nota per la sua grande discrezione in tema di riservatezza.
E’ anche una corsa contro il tempo perché non solo il gruppetto di Faure dovrà lavorare occultando alla Giustizia l’avvenuto furto ma anche perché da lì a poche settimane si terrà un’assemblea molto importante della capogruppo soggetta al furto e i giochi di potere in campo sono molto forti e delicati. Se poi ci mettete anche lo Ior di mezzo, il pranzo è servito.
Un romanzo che per alcuni tratti è da esperti del settore (in tema di hackeraggio e bancario) ma che l’autore rende potabile anche per i non addetti ai lavori. A questo aggiungete la trama che tiene molto bene e la scrittura semplice e pulita. Insomma, il Nodo di Seta (perché le cravatte di alta sartoria recitano sempre da protagoniste) è un romanzo assolutamente consigliato.
Il nodo di seta
Marco Zanoni
