Il mistery d’autore: Biagio Proietti

Milioni di telespettatori sono stati letteralmente rapiti, nella metà degli anni ’70, dagli sceneggiati gialli a puntate trasmessi dalla Rai. Le avvincenti storie, interpretate dai più grandi attori della scena italiana, hanno consacrato un genere, quello del mistery, che da allora non ha smesso di esercitare fascino. Oggi queste produzioni sono disponibili in dvd, distribuiti in edicola da Fabbri Editori.La collana “Gli sceneggiati Rai giallo e mistero” celebra, tra le altre, l’opera di Biagio Proietti, autore, regista, sceneggiatore e scrittore romano, che si racconta per MilanoNera.

 

Biagio cosa rende così seducente il filone giallo e noir? Ho il sospetto che l’interesse non stia solo nello scoprire l’assassino…

Sono anni che mi dedico allo spettacolo e non mi sono fatto mancare niente, nel senso che ho fatto l’autore di soggetti, di sceneggiature, di varietà, l’autore teatrale, il conduttore televisivo, lo scrittore, il regista, e ho spaziato in tutti i campi, dal cinema alla televisione, dal teatro alla radio, fino a dedicarmi negli ultimi tempi soprattutto alla letteratura. Questa premessa per dire che ho qualche esperienza, ma non so rispondere in modo esauriente alla tua domanda: io credo che il fascino del giallo e del noir (o del mistery come preferisco chiamarlo io) sia quello di coinvolgere lo spettatore così come un ragno fa con la sua tela. Le storie possono essere diverse, gli stili anche ma quello che soprattutto aggancia lo spettatore è l’intrigo, il lato oscuro delle cose che ognuno di noi in realtà ha paura di affrontare ma dal quale è attratto. Come scriveva il grande immenso Edgar Allan Poe, nessuno sa resistere al demone della perversità che, quando sei in bilico sul ciglio di un burrone, ti spinge a precipitare, a caderci dentro, non a ritrarti. In parole più semplici si può dire che, come spettatori, ci piace soffrire e farci avviluppare dai gorghi di un oceano in furia, fino ad emergere dalle onde ed arrivare in salvo sulla terraferma. In realtà il fascino del giallo è dovuto al fatto che, alla fine, i drammi si risolvono, i colpevoli sono scoperti e puniti. Il bene trionfa, anche se non sempre. Nel finale di ogni giallo c’è sempre la catarsi. Dopo la tempesta sorge il sole. 

All’interno della collana sei presente sia come scrittore che come sceneggiatore, che ruolo ti calza meglio?

Non ha mai fatto nessuna differenza, né lo fa adesso, lavorare su una storia nata all’origine dalla mia fantasia o da un soggetto altrui. Il motivo per cui adesso mi sto dedicando soprattutto a scrivere romanzi è proprio nel totale dominio che come scrittore hai sulla tua opera, la inventi, la scrivi e la tagli o meglio la rendi sempre più asciutta. Se lavori nel cinema o in tv i metodi sono diversi e ci sono ruoli precisi: l’autore del soggetto, quello che stende la sceneggiatura, il regista e tutti i suoi collaboratori. Questa serie GIALLO & MISTERY comprende opere soprattutto degli anni 70 ed allora si lavorava in un certo modo: era data molta importanza al testo. Spesso ho scritto il testo senza sapere chi poi lo avrebbe realizzato, l’eccezione è stato il rapporto con Daniele D’Anza, un grande regista, con il quale ho scritto tante opere. La prima nel 70 è stata CORALBA che nasceva da un mio soggetto, così ampio che la RAI acquistò i diritti come romanzo inedito. Dopo abbiamo fatto HO INCONTRATO UN’OMBRA, una storia gialla ma anche la cronaca di due grandi storie d’amore, quindi I RACCONTI FANTASTICI, versione moderna molto libera dai racconti di Edgar Allan Poe, l’ULTIMO AEREO PER VENEZIA, che spero sarà inserito nel secondo ciclo di questa collana, ispirato al caso Fenaroli Ghiani, Insieme abbiamo scritto per la tv MADAME BOVARY dallo stupendo romanzo di Flaubert, che ovviamente con il giallo non centra niente, ma è inserito in un altro ciclo di dvd, dedicato ai grandi sceneggiati RAI. Sono felice che in questa prima serie ad aprile uscirà DOV’E’ ANNA? , il giallo che ho scritto con mia moglie DIANA CRISPO e dal quale abbiamo tratto un romanzo che spero di riproporre dopo tanto tempo. Sono passati 30 anni dalla prima edizione forse è il caso di farlo riuscire. DOV’E’ ANNA? rappresenta la punta di diamante del mio lavoro, per il grande successo che ebbe allora – ancora adesso l’ultima puntata detiene il record d’ascolto di 28 milioni – e con stupore, nonostante i tanti anni passati, ho scoperto che oggi è un mito per le persone più giovani. Se qualcuno mi considera un maestro, termine che mi lusinga, ma mi fa anche ridere, lo devo molto a questi lavori televisivi che hanno segnato non solo la mia vita ma anche quella di tanti spettatori. Qualcuno ha scritto che molti di questi lavori hanno contribuito a cambiare il costume della nostra società e non sembri un’esagerazione, basta pensare a quante persone ogni sera si mettevano davanti alle due uniche reti che esistevano. Sono numeri che oggi non si raggiungono neanche facendo la somma di tutti i vari network.

 

I volti dei personaggi sono quelli di grandi attori degli anni ’60 e ‘70, molti di loro si sono poi dedicati quasi esclusivamente al teatro; credi che lo sceneggiato stia vivendo, qualitativamente, una parabola discendente?

La fiction attuale ha molte punte positive ma alcune debolezze: per me sono soprattutto i testi, non solo per la qualità della scrittura ma anche per l’eccesso di buonismo e di ripetitività nei temi. Altro neo, gli attori, con le dovute eccezioni naturalmente, ma in genere la qualità della recitazione è molto scadente. Se penso che a dare vita ai miei personaggi sono stati attori come Rossano Brazzi, Massimo Girotti, il grande e dolcissimo Alberto Lupo, Vittorio Mezzogiorno, Glauco Mauri, Philippe Leroy, Roberto Herlitzka, Mariano sigillo, Walter Maestosi, Paolo Bonacelli, Peter Fonda o attrici come Carla Gravina, Scilla Gabel, Ivana Monti, Elena Sofia Ricci giovanissima, mi viene una profonda nostalgia per un’epoca dove la cosa importante non era aver fatto reality ma aver acquisito sul campo, cioè a teatro, una padronanza scenica che dava spessore, corpo e cuore ai personaggi. Però io sono un ottimista, sono convinto che le cose miglioreranno perché in giro ci sono molti scrittori e sceneggiatori bravi, ci sono altrettanti attori e attrici, a volte messi in angoli bui, che alla fine torneranno alla ribalta. Adesso non siamo messi benissimo e il confronto con i grandi classici del giallo inseriti in questo ciclo, nonostante le lentezze, il linguaggio teatrale, la differenza di qualità tecnica, va tutto a nostro vantaggio. Credo che il pubblico troverà le nostre storie affascinanti e avvincenti, per dimostrarlo il pubblico ha un mezzo molto semplice: andare in edicola ed acquistare tante copie, come mi dicono stia già facendo. Spero che non si arrenda adesso che arrivano le mie creature: è vero che “ogni scarafone è  bello per mamma sua”, ma io credo di non essere accecato dall’amore verso me stesso se dico che, nel vedere queste opere , si prova il piacere che si vive quando ritrovi un vecchio amico , amato e perso. E scopri che, quasi per miracolo, neanche è invecchiato tanto. O almeno per te non lo è .

Non possiamo tralasciare la tua attività di scrittore, hai pubblicato con Flaccovio Editore due romanzi che hanno fatto conoscere al pubblico una protagonista seriale, la vedremo sullo schermo?

Mi sono dedicato alla letteratura, sempre nel filone del mistero, ed ho scritto due romanzi, UNA VITA SPRECATA e IO SONO LA PROVA, che si svolgono il primo a Mantova il secondo a Roma, ed hanno come protagonista seriale DANIELA BRONDI, una giovane donna, 35 anni, capo della mobile nella prima città, mandata a Roma per compiere una strana missione quasi non ufficiale. A Roma resta e diventa capo della sezione omicidi della Mobile nel terzo romanzo  IL DRAGO E LA ROSA che sta per uscire.  La sua avventura continuerà in un quarto romanzo che sto finendo di scrivere e che ha lo strano e misterioso titolo IO CHE HO VISTO I DELFINI ROSA. Tutto questo per dire che, a parte la felicità di aver scoperto alla mia tarda età il piacere di scrivere in modo diverso da come ho fatto per anni ( la pagina è diversa dallo schermo grande o piccolo che sia) spero di riuscire a portare in tv questa donna giovane e coraggiosa, piena di dubbi e di certezze, che ha successo nel suo lavoro, ma lo paga dal punto di vista sentimentale, non riuscendo mai a creare una storia reale e importante. Non ho capito ancora quale volto spero di darle ma sono sicuro che, un giorno o l’altro, anche lei vivrà sullo schermo. Spero che la collana GIALLO E MISTERY ( dove sono presenti ben 7 miei lavori e altri saranno presentati in futuro) faciliti il ritorno sul piccolo schermo del giallo, possiamo senza paura definirlo anche quello di una volta, dove senza effetti speciali mirabolanti contano le storie, le persone, i sentimenti. In altre parole la vita. 

eva massari

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