Il guardiano dei coccodrilli è un nome popolare attribuito a un simpatico uccello, il Pluvianus aegyptius, il quale, per alimentarsi, cerca insetti e parassiti sul dorso dei coccodrilli, e se si accorge dell’arrivo di un nemico emette versi in modo tale che il coccodrillo ritorni in acqua e sfugga il pericolo. C’è un guardiano dei coccodrilli anche nel giallo della Engberg, che però non è un animale, bensì un essere umano e risulterà la chiave di lettura del romanzo. La vicenda è ambientata a Copenaghen, dove la polizia rinviene nel suo appartamento il corpo martoriato di Julie, giovane studentessa dalla vita segnata da troppi segreti. L’investigatore a cui è affidata l’indagine è il poliziotto Jeppe, reduce da un doloroso divorzio, che ne ha messo in crisi l’autostima e la fiducia in se stesso. Eppure, man mano che la vicenda si dipana, rivelando un ordito intricato di passioni e vendette, Jeppe, sempre sul punto di cedere, scopre di avere dentro di sé risorse sconosciute e l’indagine su se stesso scorrerà parallela all’indagine sulla morte di Julie. A rendere ancora più complicata la vicenda, si inserisce nella trama l’elemento meta- letterario del romanzo nel romanzo: l’assassino sembra rendere reali le pagine di un giallo che una docente universitaria, un po’ troppo dedita al vino, sta scrivendo all’interno di un gruppo di scrittori.
Questo romanzo, che segna il debutto letterario della Engberg, verrà tradotto e pubblicato in 25 Paesi, il che conferma l’ottima salute di cui gode ancora oggi il giallo scandinavo, che pare non passare mai di moda. La scrittura è nitida ed essenziale e ben supporta la trama talora labirintica de Il guardiano dei coccodrilli. Non mancano i colpi di scena, che man mano scorrono le pagine contribuiscono a rendere più intricata e complessa la vicenda, sino allo scioglimento finale. Il ritmo è più da thriller anglofono e lascia in secondo piano la denuncia sociale tipica dei giallisti del Nord Europa: qui prevalgono l’intreccio e la suspense. La città di Copenaghen è forse l’autentica protagonista della storia: la Engberg ce la descrive nel suo fascino ricco di contraddizioni, nei quartieri della classe media, dalle case colorate benché modeste, nei quartieri dei benestanti, dove il design passa dai mobili agli appartamenti, alle facciate delle case, all’eleganza trendy per le strade. In contrasto con la città , moderna, dinamica, stimolante e piena di vita, si muovono i personaggi, anime a volte tristi, a volte smarrite, vincenti in apparenza che poi si rivelano degli sconfitti. Non è la Danimarca dei depliant turistici, ma un Paese dalla realtà complessa, la cui forte identità non è riuscita a sfuggire alla crisi che ha colpito l’intera società occidentale.
Il guardiano dei coccodrilli – Katrine Engberg
Donatella Brusati