Il cadavere sotto la neve è la nuova coinvolgente avventura uscita dalla penna dello scrittore scozzese più originale, bizzarro e imprevedibile del Tartan Noir. Il libro si apre con la sepoltura di un corpo da parte di una donna muscolosa, alta e massiccia che indossa una t-shirt con un gatto in posa da James Bond. Ed è proprio la voce del cadavere che racconta cosa è successo e come sono arrivati a questo punto.
Tutto è iniziato quando il detective ReeKie e l’ispettrice Elizabeth Montgomery-Porter, soprannominata di nascosto Bigtoria a causa del suo fisico, ricevono l’ordine di scortare un detenuto in fin di vita a Glenfarach, un pittoresco paesino riconvertito per ospitare i criminali rilasciati dalle carceri che non possono essere reinseriti in società a causa del pericolo che rappresentano, in quanto pedofili o predatori sessuali.
Una cittadina dove tutti gli abitanti sono avanzi di galera tenuti costantemente sotto controllo da soli tre agenti grazie a cavigliere elettroniche e a un numero infinito di telecamere.
Se già questo non fosse sufficiente a rendere l’ambientazione decisamente unica e particolare, a complicare la situazione si aggiunge una nevicata epica che ammanta tutto rendendo non solo decisamente difficoltosi gli spostamenti, ma anche impossibile ogni tipo di comunicazione con l’esterno.
Più che il delitto della camera chiusa, qui si parla di delitti nel paese isolato e rigidamente controllato. MacBride riesce a rendere brillantemente l’atmosfera gelida e claustrofobica del villaggio nel quale, subito dopo l’arrivo dei due poliziotti, vengono commessi alcuni atroci delitti: Glenfarach si trasforma in un inferno pieno di neve, in cui tutti sono già colpevoli di qualcosa e per questo tutti sospettabili. Tra innumerevoli difficoltà Reekie e Bigtoria dovranno cercare di risolvere i misteri della cittadina.
Come in ogni libro di MacBride la trama è avvincente e ricca di colpi di scena, i personaggi sono come sempre decisamente originali e ben assortiti: il bravo, onesto e scrupoloso agente Reekie e la ruvida e spesso scorretta Bigtoria formano una coppia tanto diversa quanto complementare, fornendo all’autore la possibilità di sfoderare il suo tagliente e sarcastico humor nero.
Il ritmo del romanzo è come sempre incalzante, scandito da capitoli brevi (e con titoli divertenti) che rendono la lettura veloce e coinvolgente. Pur essendo tutti i suoi romanzi caratterizzati da descrizioni crude e realistiche, e spesso anche impietose della società scozzese e delle bassezze dell’animo umano, MacBride è maestro nello stemperare parte della tensione con dialoghi taglienti, tipici del suo stile ironico e pungente, riuscendo ogni volta a creare trame intricate e personaggi indimenticabili.