“Gli uomini in grigio”, primo romanzo di Giorgio Scerbanenco, uscì a puntate nel 1935 sul ” Novellino” ed era un noir pensato per i ragazzi. C’è un po’ di tutto in questa storia, i buoni che sembrano cattivi e viceversa, torbide vicende di ricatti e rapimenti, personaggi misteriosi. Un giovane eroe che indaga a suo rischio e pericolo, location internazionali e colpi di scena che ribaltano di continuo le situazioni e le convinzioni via via maturate dal lettore. Il tutto tenuto insieme dalla già innata capacità di Scerbanenco di far sì che lo sguardo rimanga incollato sulla pagina, di non incorrere mai in cali di tensione e attenzione, condendo il tutto con un tocco di ironia. Insomma, è un ottimo esercizio per approcciarsi alla scrittura e alle tematiche care allo scrittore di origini ucraine. Perché parliamo di uno scrittore poliedrico ed eclettico, di un vero maestro nel generare la suspense che fa trattenere il respiro e di far combaciare i tasselli della storia con una naturalezza disarmante; di uno scrittore capace di tratteggiare con poche ma efficaci parole personaggi e situazioni. Di uno scrittore che ha fatto scuola. I tempi sono cambiati, il piacere di leggere Scerbanenco è invece rimasto immutato e questo romanzo si può leggere anche pensando alle storie pubblicate in seguito per scoprire come la scrittura sia un continuo divenire, una ricerca senza fine attraverso modi e generi. Come la narrazione possa evolversi e diventare sempre più consapevole e matura. Chi già conosce e apprezza Scerbanenco potrà godere di questa chicca inedita e magari andare alla ricerca della sua mano e della sua tecnica narrativa, chi invece si troverà a leggerlo per la prima volta si può considerare fortunato perché avrà la fortuna di avere parecchie storie da leggere della sua imperdibile produzione letteraria.
Gli uomini in grigio
Cristina Aicardi