Vicequestore aggiunto con l’incarico di Capo di Gabinetto presso la Questura di Piacenza, per passione attore di teatro e scrittore. Ha pubblicato due raccolte di racconti Storie di un commissario di provincia (Berti 2002) e Te lo giuro (anche se non è vero) (edizioni del caffè letterario di Crema 2006), il racconto Senti Ismaele nell’antologia La legge dei figli (Meridianozero) e Me sum mia piasintëin in Tutto il nero del Ducato (Sottovoce editoria indipendente).
E’ nato nel Salento, ha padre siciliano, madre calabese e moglie piacentina.
Quando hai iniziato a scrivere?
Dalla prima elementare? battuta scontata, quindi ti dico che ho iniziato a scrivere quello che poi sarebbe stato pubblicato nel 1998 dopo un mese a Lecce dove ero stato inviato in missione per l’emergenza degli sbarchi di stranieri. Fu un’esperienza molto forte che mi ha fatto venire voglia di raccontare storie che, forse, troppi giudicano con superficialità
Come concigli la tua carica (vicequestore) con la scrittura?
Riuscendo a scrivere solo pochissimo e perlopiù racconti brevi che mi permettano di raccontare le sfaccettature del mio lavoro e, soprattutto, il lato nascosto delle tante (e tanto diverse) persone che incontro
Hai mai arrestato un tuo lettore?
Non lo so. Sicuramente molte persone che ho arrestato e che mi conoscevano anche come scrittore mi hanno detto che avrebbero voluto anche loro raccontare la loro vita. Uno di loro mi ha anche consegnato un manoscritto di oltre 400 pagine tutte scritte a mano.
Una cosa che ho saputo e mi ha fatto davvero piacere è stata quella che il mio primo libro è stato letto da diversi detenuti del carcere di Piacenza. Hanno anche scritto una lettera a un giornale e sapere che il libro gli era piaciuto mi ha emozionato moltissimo.
Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere
Ho scritto così poco che ancora non posso escluderne nessuno. Il libro che avrei voluto scrivere? Se devo dirne uno solo, permettimi di esagerare: La Bibbia!
Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?
Sono uno scrittore di racconti. Perché? Finora ho scritto solo quelli…
Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare…
Film da riguardare: Mediterraneo di Gabriele Salvatores, una canzone da ascoltare sempre La cura di Franco Battiato (ma se la domanda fosse stata una musica avrei detto l’intermezzo della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni) un libro da tenere sul comodino: tutti i racconti di Dino Buzzati
Si può vivere di sola scrittura oggi?
Io no. Né dal punto di vista economico né come unico interesse nella vita. Per me, chi scrive deve essere un ingordo di vita ed emozioni. Poi esistono i geni (categoria alla quale non appartengo) che riescono a creare storie meravigliose pur vivendo esistenze molto tranquille.
Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?
Favorevole alle Scuole che insegnino a scrivere meglio e a rispettare le parole. Non so come si possa insegnare la creatività. Mi sembra più un aggettivo usato per vendere un prodotto…
Cosa pensi delle trasposizioni cinematografiche dei libri: che effetto ti fanno? E’ vero che nel passaggio fra la carta e la pellicola si perde qualcosa o no?
Non avendo trasposizioni cinematografiche di miei libri ti posso dire che uno dei motivi che mi ha indotto a scrivere storie di poliziotti, malavita e vittime è stato proprio il vedere con quanta superficialità ed approssimazione viene trattato il genere poliziesco nei film e nei telefilm.