Inside the list

Quando Giorgio Faletti pubblica, fa miracoli.  Io sono Dio -nomen omen- unico best sellers. Raddoppia anche il valore dei suoi cento punti in classifica, intorno alle 20 mila copie e in proporzione diminuiscono i punteggi di tutti gli altri libri, compreso quello della Gimenez Bartlett, che nonostante tutto si stabilizza al secondo posto.

Entra in terza posizione La Biblioteca dei morti esordio dell’americano Glenn Cooper, laurea in archeologia e manager di biotecnologie. E non è un caso se il suo risulta essere uno di quei fanta- trhiller la cui trama è un ibrido di epoche e ambienti storici, per cui il salto dal presente di un supertecnologico sotterraneo al silenzio di un abbazia è breve.

C’è una abbondante intreccio di epoche e personaggi anche nell’ultimo romanzo di Salman Rushdie, L’incantatrice di Firenze: una discendente di Gengis Khan in viaggio fra la Firenze di Machiavelli e l’India del gran Mogol. Considerato da alcuni critici un vero romanzo storico nutrito da una fitta e (forse) esagerata bibliografia, da altri un capolavoro degno dell’Ariosto e del Tasso, da altri ancora un libro denso di imprecisioni e banalità – per il Sunday Times, «il peggior scritto di Rushdie»-, L’incantatrice è un romanzo fra storia e invenzione, che dibatte ancora una volta il tema più caro all’autore, il sogno di un ponte immaginario che congiunga Est e Ovest per abbattere le rivalità e i malintesi fra Oriente e Occidente.

C’è chi scrive e c’è chi tenta di realizzarlo questo ponte. Obama ieri ha pronunciato lo storico discorso di riconciliazione con l’Islam dopo le tensioni dell’era Bush. I primi passi di un presidente alla giuda di una nazione, capace da sempre – ma oggi più che mai – di reinventarsi da zero, di darsi una seconda chance e di rimettersi in cammino anche dopo che la più grave recessione del dopoguerra. Una nazione, gli Usa e la sua gente analizzati da Mario Calabresi in due anni in viaggio e raccontati in La fortuna non esiste. Storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi, al terzo posto della nostra top ten.

All’ottava posizione sono in classifica il coraggio e la passione di Giampaolo Pansa nel suo Il revisionista. Il coraggio di chi non si è mai tirato indietro e ha sempre rivendicato con orgoglio il suo essere antifascista e anticomunista e di chi, da giornalista non ha mai avuto paura di fare nomi e cognomi, spinto solo da un’unica grande passione, quella per la scrittura.

Francesca Colletti

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